Un risultato accidentale che potrebbe rivelarsi estremamente utile: si tratta di un embrione di topo con 6 zampe, ottenuto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Scientifico Gulbenkian di Oeiras, in Portogallo. Le due zampe in più sono cresciute al posto dei genitali, dimostrando che un unico gene contribuisce allo sviluppo di queste strutture all’apparenza molto diverse, che si differenziano solo in base al modo in cui il Dna è ripiegato all’interno del nucleo delle cellule. «È un lavoro interessante, che va visto come una delle tante tappe nella biologia del nuovo millennio», dice all’Ansa Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell'Università di Pavia e membro dell’Accademia dei Lincei. «Fa avanzare le conoscenze nell’ambito della riprogrammazione genetica – aggiunge Redi – e apre le porte per indagare ulteriormente questo meccanismo».
Lo studio
Gli autori della ricerca, pubblicata su Nature Communications, ora mirano a comprendere se lo stesso gene e la proteina per cui codifica sono coinvolti anche in altri processi, come lo sviluppo di metastasi in caso di tumore. La scoperta è nata per caso: gli scienziati, coordinati da Moisés Mallo, erano interessati a come questo cambiamento nell’espressione genetica potesse influenzare lo sviluppo del midollo spinale.