Jordan Jeffrey Baby, il trapper si suicida in carcere a Pavia. Era stato condannato per rapina e odio razziale

Jordan aveva già tentato il suicidio in passato, sostenendo anche di aver subito maltrattamenti durante la sua detenzione

Martedì 12 Marzo 2024
Jordan Jeffrey Baby, il trapper si suicida in carcere a Pavia. Era stato condannato per rapina e odio razziale

Il trapper Jordan Jeffrey Baby si è suicidato in una cella del carcere di Torre del Gallo a Pavia, dove stava scontando una pena di 4 anni e 4 mesi. Il ragazzo è stato trovato privo di vita, con una corda al collo. Tre mesi fa Jordan era stato stato trasferito in una comunità pavese, dopo aver ottenuto la misura dell'affidamento terapeutico. Misura che è stata poi sospesa dal Tribunale di Sorveglianza, che ha disposto il ritorno in carcere del giovane trapper.

Jordan aveva già tentato di uccidersi poco tempo fa.

Chi è Jordan Jeffrey Baby

Jordan Jeffrey Baby è il nome d'arte di Jordan Tinti, 26 anni, giovane trapper che ha iniziato a fare musica da giovanissimo. È sempre riuscito a far parlare di sé: basti pensare che nel 2019, per lanciare il suo nuovo singolo, decide di salire sul tetto di un'auto dei carabinieri. 

Nell'aprile 2023 Jordan era stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata dall'odio razziale, ai danni di un operaio di 42 anni originario della Nigeria. L'aggressione era avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate (Monza e Brianza). Insieme a lui aveva partecipato alla rapina anche il trapper romano Traffik (nome d'arte di Gianmarco Fagà), condannato a cinque anni e quattro mesi. Jordan aveva già tentato il suicidio in passato, sostenendo anche di aver subito maltrattamenti durante la sua detenzione. 

Il suicidio

«Il mio assistito non doveva tornare in quel carcere. Lo avevo sentito ieri (lunedì ndr) alle cinque del pomeriggio, per un colloquio telefonico, e nulla faceva pensare a un epilogo simile. Sono abbattuto come uomo, ma come avvocato mi batterò perché venga fatta chiarezza, a partire dall’autopsia. Una morte così, di un ragazzo di 26 anni, è una sconfitta per tutti», spiega al Corriere della Sera l'avvocato Pisani. Non sembrano esserci dubbi riguardo la volontarietà del gesto compiuto dal trapper, ma è l’avvocato stesso ad affermare che «la vicenda va chiarita in tutti i suoi aspetti». Pesano, senza dubbio, anche gli abusi e le violenze che Jordan dichiarava di aver subito proprio in quel carcere. 

Ultimo aggiornamento: 21:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA