Perché si manifesta per le vittime civili palestinesi e non per quelle ucraine? Per capirlo bisogna seguire un filo rosso...

Venerdì 10 Maggio 2024

Caro Direttore,

desidererei una sua opinione su Ucraina e Israele. In Ucraina si sta combattendo una guerra dove i russi sono intenzionati a fare tabula con migliaia di morti, donne, bambini, soccorritori, e con immani distruzioni di ospedali, scuole, uffici pubblici e privati, chiese, mercati e chi più ne ha più ne metta. Non vedo manifestazioni pro Ucraina come quelle che, a torto o a ragione, si stanno svolgendo in tutto il mondo pro Gaza. Si sapeva benissimo che un vigliacco attacco ad Israele avrebbe portato ad una risposta durissima. E questo lo sapevano benissimo i dirigenti di Hamas. Come sapevano che una ritorsione avrebbe portato infiniti lutti tra la popolazione civile. Mi piacerebbe che i tanti manifestanti pro Gaza manifestassero in ugual modo pro Ucraina. Sembra invece che ai contestatori l' avvicinarsi di un espandersi del conflitto Russo-Ucraino non interessi molto.

Dario Verdelli

Villorba (Tv)

Caro lettore,

partiamo da una domanda: è legittimo protestare per ciò che sta tragicamente subendo la popolazione civile palestinese? Se ciò avviene nel rispetto delle leggi e dei diritti di tutti (anche di chi la pensa diversamente, quindi), è certamente legittimo farlo.

Com'è legittimo dissentire dalla irresponsabile e brutale strategia politico-militare del premier israeliano Netanyahu. Ma a questa domanda ne deve necessariamente seguire un'altra: perché coloro che oggi protestano e scendono in piazza per le sofferenze delle donne e dei bambini di Gaza e parlano di genocidio, non hanno fatto la stessa cosa o non hanno almeno fatto sentire la loro voce di disapprovazione, dopo il blitz di Hamas del 7 ottobre contro i civili israeliani costato 1400 morti assassinati? Lo stesso discorso si può estendere all'Ucraina: forse che i civili, i bambini e le donne di tante città di quel povero paese bersagliati e massacrati dalle bombe e dalle forze armate russe, hanno meno diritti (o forse per qualcuno più colpe) dei palestinesi sottoposti alla martellante offensiva israeliana? Forse che la distruzione di un asilo o di un ospedale deve suscitare più esecrazione o suscitare più sgomento se avviene a Gaza piuttosto che alla periferia di Kiev? In realtà c'è un filo rosso, neppure troppo sottile, che lega queste ripetute forme di indignazione a corrente alternata. È il perenne sentimento anti-occidentale e anti-americano che è presente in alcune fasce, non maggioritarie ma significative, della nostra società e che, in molti casi, è trasversale ai classici schieramenti di destra e sinistra. La matrice geopolitica che accomuna le frange più accese dei manifestanti filo palestinesi alla variegata platea di ammiratori di Putin è il rifiuto del modello occidentale e a stelle strisce. Una scelta di campo che induce a giustificare Hamas e manifestare contro Israele e che porta a considerare con condiscendenza, se non con simpatia, i disegni imperiali di Putin e a chiudere invece gli occhi nei confronti delle sofferenze del popolo ucraino.

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