PORDENONE - «Sappiamo che c'è una notevole mancanza di medici. Attualmente, sono circa quaranta le zone carenti: circa 50/60 mila cittadini di questa provincia sono senza. Però, sette medici, che hanno raggiunto i 70 anni, hanno deciso di procrastinare la loro attività fino ai 72.
L'INVITO
Il presidente invita, dunque, i giovani neolaureati a "sfruttare al massimo" le loro conoscenze teoriche e umane: «La missione del medico consiste nel garantire la salute dei cittadini attraverso azioni di medici chirurghi e odontoiatri preparati, che svolgano con la massima serietà la professione che hanno scelto. Ringrazio i giovani medici neoiscritti a questo Ordine. Sono un orgoglio per noi a Pordenone. Oggi, voi celebrate il giuramento di Ippocrate, la cui caratteristica è quella di sviluppare i principi etici e deontologici medici, affinché questa professione venga sviluppata con la massima serietà, professionalità e umanità». E continua: «Voi avete scelto una professione che sta a voi rendere piacevole, e se la avete scelta non solo per la valorizzazione economica che potrà avere, ma soprattutto per le conoscenze scientifiche e umane che propone, sicuramente avrete fatto una buona scelta. Il nostro ordine deontologico, inoltre, sta affrontando una riedizione alla luce dell'innovazione tecnologica, della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale». È questo che vuole sottolineare Lucchini: la nuova disposizione del codice deontologico dell'Ordine dei medici avrà una sezione dedicata ai nuovi mezzi tecnologici, utilizzati non solo in ambito medico. Si tratta di un cambiamento, però, «che deve essere affrontato in maniera equilibrata: senza un medico, senza un uomo, il cambiamento non può verificarsi».
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LE CRITICITÀ
A seguire le parole di Lucchini, quelle del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani: «Credo che questo sia un giorno di festa non soltanto per l'Ordine dei medici, ma anche per tutta la comunità che può contare sull'ingresso di nuove risorse che possono contribuire ad arginare la carenza di medici che, purtroppo, è una delle criticità che vediamo non soltanto in questo territorio. Il mio intervento vuole essere legato più alla mia esperienza personale, in quanto figlio, nipote e fratello di un medico. Il papà ci ha trasmesso la "severità" con la quale approcciarsi a questo lavoro: per "severità" intendo parlare di un medico che, un tempo, dormiva con il telefono sul comodino, in quanto doveva essere disponibile 24 ore su 24 per i suoi pazienti. E ci ha trasmesso il suo ruolo non solamente dal punto di vista clinico, ma il medico era anche un po' il confessore del paese: se da un lato diceva che bisognava avere un approccio estremamente severo dal punto di vista della professione, dall'altro ci trasmetteva anche la pretesa di essere rispettati, e non di essere mortificati da una platea di pazienti che pretende di insegnare al medico sulla base di internet».