Nessuna retromarcia, il punto nascita di San Vito resta chiuso. Riccardi: «Non ci sono più le condizioni»

Giovedì 9 Maggio 2024 di Antonella Lanfrit
Nessuna retromarcia, il punto nascita di San Vito resta chiuso. Riccardi: «Non ci sono più le condizioni»

SAN VITO - Il punto nascita di San Vito al Tagliamento non riaprirà i battenti dopo la chiusura avvenuta a novembre 2023, perché «qui non è la politica che deve decidere, ma è la politica che deve agire scegliendo tra le opzioni tecnicamente sostenibili elaborate dai professionisti. E se l'opzione è una sola, quella deve essere assunta». È la sintesi, tra conclusione e motivazione data dall'assessore alla Salute Riccardo Riccardi, delle lunghe argomentazioni che si sono svolte ieri in III Commissione consiliare, riunitasi per esaminare la petizione popolare, sottoscritta da 15mila cittadini, che chiedeva il ripristino del punto nascita di San Vito al Tagliamento, la riduzione dei tempi delle liste d'attesa ambulatoriali e chirurgiche e un rafforzamento dell'organico a garanzia dei bisogni dell'utenza.


LA PIAZZA

«La politica non la fa la piazza», ha affermato deciso l'assessore Riccardi, perché «se siamo giunti alle situazioni odierne in ambito sanitario è perché per troppo tempo si è stati nell'indecisione o le scelte si sono calcolate con il più e il meno delle reazioni che avrebbero potuto sollecitare».

Ma ciò non non toglie il rispetto per chi manifesta un disagio, che va raccolto, ha precisato. Una posizione riassunta nella risoluzione che la Commissione ha approvato con i voti della maggioranza e la contrarietà dell'opposizione, nella quale si ribadisce il «no» alla riapertura del punto nascita perché «non è al momento possibile», ma si chiede alla Giunta «di intervenire con una riprogrammazione sostanziale dell'impianto dell'offerta dei servizi sanitari del Friuli Venezia Giulia, oggi non coerente con gli attuali bisogni di salute dei cittadini, a causa dei mancati adeguamenti che si sono accumulati negli anni».


I TEMPI

Ed è a valle di queste affermazioni che Riccardi delinea anche le tempistiche della riorganizzazione ormai attesa: «Entro l'anno le decisioni devono essere prese, con una successiva attuazione graduale. Questa attuazione deve fare parte delle Linee di gestione del 2025». Precisata la tempistica, Riccardi ieri a margine dei lavori di Commissione ha anche delineato qualche criterio alla base della prossima programmazione sanitaria. «Pensare all'area Materno - Infantile legata a una sede precisa entro i perimetri di un'Azienda è una proiezione non più corretta ha affermato -. Avere un punto nascita e il percorso Materno-infantile, infatti, condiziona tutta la struttura che lo ospita, perché alle spalle ci deve essere un servizio di emergenza». Inoltre, permane il problema delle risorse professionali, che sono state alla base anche della decisione assunta per il punto nascita di San Vito.


I NUMERI

«I 500 parti li avrebbe anche garantiti entro l'anno, ma le condizioni della chiusura sono maturate a seguito di una nutrita presenza di gettonisti. I concorsi per altro li avevamo fatti, anche con esito positivo. Ma i professionisti vincitori ha spiegato ancora l'assessore sono disposti a spostarsi, anche solo dal vicino Veneto, se la destinazione è quella di punti nascita con numeri ben superiori». A San Vito, comunque, continua l'attività ambulatoriale giornaliera di ostetricia e ginecologia e da dicembre 2023 a marzo 2024 il numero delle prestazioni erogate è passato dal 20 al 30 per cento in termini di visite e controllo ginecologico. È anche aumentato il numero delle prestazioni erogate per prime visite all'interno dei consultori, con una riduzione dei tempi di attesa generali. Le argomentazioni e le letture espresse dalla maggioranza di governo sono state però contestate dai consiglieri di opposizione che hanno presentato una risoluzione, bocciata, con la quale si chiedeva di recepire e approvare i contenuti della petizione popolare. «La posizione della Giunta regionale sul punto nascita di San Vito non regge ha sostenuto il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni e ribadiamo la netta contrarietà a questa inaccettabile decisione».

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