Non ci stanno e respingono al mittente le accuse. Non solo. Il sindacato dei radiologi Sur Fassid, mette nero su bianco tutte le carenze di un sistema che a loro dire in regione sta facendo acqua da tutte le parti e non certo per responsabilità di chi opera in quel settore, ma dell’assessorato regionale che non è stato in grado di trovare le risposte giuste. Oggi, secondo il Fassid, infatti, l’intera rete radiologica è “minata” per carenza di personale e per il fatto che ancora non sono arrivate le risposte corrette.
L’ATTACCO
«Ci troviamo costretti - spiegano - a seguito delle dichiarazioni dell’assessore alla Salute Riccardo Riccardi a fare delle sostanziali osservazioni. L’assessore, nella sua nota parte affermando che “nel corso del 2023 Asufc ha provveduto all'assegnazione di 837 incarichi di dirigente medico, di questi 52 all'area della radiologia”. Cinquantadue! Non sappiamo da dove questi dati siano stati presi dall’assessore, ma i concorsi pubblici sono facilmente verificabili.
SIAMO OFFESI
Ma il sindacato entra a gamba tesa anche su un altro aspetto. «Le parole di Riccardi - spiega - diventano persino offensive nei riguardi di tutta la categoria radiologica quando riferisce che il licenziamento di oltre 20 radiologi in Asfo è dovuto a “difficoltà inerenti il tipo di orari e d’impegno richiesti nell’attività radiologica d’urgenza”. Se voleva offendere in maniera diretta tutti i professionisti implicati, allora ci è riuscito benissimo. Davvero possiamo pensare che in una radiologia storica come quella di Pordenone si possano licenziare 22 radiologi su 25 per “difficoltà inerenti il tipo di orari e d’impegno richiesti nell’attività radiologica d’urgenza”. Non è magari che le incapacità gestionali dell’Azienda contino qualcosa? Magari l’utilizzo improprio della teleradiologia nel tentativo di risparmiare sul personale ha avuto qualche impatto? O l’instaurazione delle reperibilità su più sedi di cui sono noti casi nei quali i medici hanno dovuto soggiornare in albergo? Ma no, certo, è colpa degli orari e l’impegno dell’attività d’urgenza, come esistesse solo a Pordenone».
LIBERA PROFESSIONE
C’è un altro argomento sul quale il Fassid vuole chiarire la situazione. «Per quanto riguarda i tentativi infruttuosi di reperire personale attraverso concorsi o incarichi libero professionali - vanno avanti - ci pare giusto rammentare che la nostra proposta era di partire da un compenso di 80- 100 euro l’ora, mentre si è optato per compensi da 60 euro lordi, poco più di quanto chiede un idraulico, un giardiniere o un meccanico. Ora però, conti alla mano, si spendono circa 250 euro, sempre l’ora, per le cooperative di medici argentini che offrono un servizio nemmeno lontanamente paragonabile a quello offerto dai colleghi licenziatari. Apprendiamo inoltre che “la creazione di una struttura semplice dipartimentale di Senologia” con una sola radiologa, permette di “di aver messo le basi per la costituzione di un pool di professionisti dedicati alla specifica funzione”. Peraltro nel contesto di una regione che non ha saputo sinora incentivare questo settore permettendo che l’ampia maggioranza dei colleghi si sia oramai dimessa per passare al privato o in altre regioni».
NOZZE COI FICHI SECCHI
«Infine - spiegano per la struttura pordenonese che sarà appaltata all’esterno - si vuole attivare una seconda struttura semplice dipartimentale dedicata alla diagnostica programmata. E poi anche una di interventistica. Quindi si vuole trasformare una radiologia oramai priva di personale in 4 diverse radiologie. E chi ci dovrebbe lavorare? Questo smembramento ha già creato forti malumori in chi ancora lavora in questa radiologia e l’unico risultato a cui porterà sarà il licenziamento dei pochissimi professionisti rimasti. Vedersi smembrato il reparto in cui lavori non può essere definito un incentivo. Davvero si pensa che settorializzare il lavoro possa essere un incentivo per attrarre personale? In tutta la nota dell’assessore - concludono - si denota come non sia presente nemmeno una proposta che possa in qualche modo incentivare la permanenza o il ritorno di medici specialisti radiologi».