ROVIGO - Pioggia e neve di marzo hanno portato consistenti benefici alle previsioni sull’acqua per i prossimi mesi. I bollettini dell’Associazione bonifiche del Veneto (Anbi) e dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav) mostrano numeri positivi, ma con il segno più, però, c’è anche quello vicino alle temperature medie e in questo caso c’è meno da sorridere.
L’Anbi, infatti, evidenzia che a marzo le precipitazioni medie sono state superiori del 150 per cento della media degli ultimi trenta anni e la neve caduta «contribuisce ad accrescere l’abbondante disponibilità di risorsa idrica» e al 31 marzo la risorsa nivale era la maggiore degli ultimi 15 anni.
PRECIPITAZIONI
La provincia di Rovigo, però, si conferma essere quella veneta dove la pioggia arriva meno che negli altri territori, tanto che uno dei dati minimi registrati dall’Arpav a marzo tocca San Bellino, con 63 millimetri caduti. L’anno idrologico, da ottobre a marzo, mostra ancora i minimi veneti a Concadirame (339), San Bellino (345) Frassinelle (346) e Castelnovo Bariano (350).
L’Arpav, però, mostra già anche i dati aggiornati della situazione meteorologica di aprile che come si sa per averlo vissuto, ha visto prima un grande caldo, poi l’arrivo di piogge e un calo vistoso delle temperature, da far rimettere i maglioni. Così si è passati (dati della stazione di Sant’Apollinare a Rovigo) dai 14,2 gradi del 27 marzo ai 28,9 del 14 aprile, a 8,7 del 22 aprile, con un rialzo in questi giorni e una massima sabato di 16,6. Di pioggia in aprile ce ne è stata ben poca, nel capoluogo la si è avuta solamente il primo (1,8 millimetri), poi 24 millimetri il 22 aprile del grande freddo citato, 15,2 il giorno dopo e il calo 2,4 del 24 del mese.
Spostandosi sul Delta, a Pila l’andamento non è stato molto diverso dal capoluogo in quanto a temperature, ma le piogge sono state maggiori, con 4,8 millimetri il primo del mese, 34,8 il 22, 18 il 23, 31,2 il 24 e una coda di 8,4 il 25.
In Alto Polesine, alla stazione di San Bellino di acqua dal cielo ne è caduta ancora meno: 35 millimetri il 22, 4,6 il 23 e 3 il 24.
IL PROBLEMA
La temperatura media, però, è stata più alta di 1,3 gradi rispetto sempre a quella media delle ultime tre decadi e il dato «mantenendosi a questi livelli di anomalia, determinerà problemi enormi per le colture e per la qualità della vita in città».
Marzo, per dare un altro riferimento, è il decimo mese consecutivo, da giugno 2023, a essere costantemente il più caldo della storia.
In Polesine si sono avute temperature più alte da un oltre un grado sopra la media a più di 2, in particolare in Alto Polesine soprattutto nelle fasce più vicine al Po, e in Basso Polesine pressoché ovunque. L’acqua caduta, però, scongiura al momento allarmi siccità, con l’indice che per questa provincia è stabile in una situazione di “normalità”.