LIDO - Questa sarà l’ultima estate in servizio come guardiano del faro agli Alberoni al Lido di Venezia. Tra poco più di un anno, il 1. Maggio 2025, Claudio Cavasin, al compimento dei 65 anni dovrà obbligatoriamente concludere il servizio e andare in pensione.
LA STORIA
«Per chi come me da più di 40 anni è in servizio – racconta il guardiano del faro – l’arrivo della pensione a 65 anni di età non è rimandabile. Non so se continuerò a vivere nel mio appartamento al faro degli Alberoni. Fino a quando sei in attività ti spetta l’alloggio di servizio, poi hai la possibilità di stare in affitto, ma dipenderà anche dal canone. Sicuramente fino al settembre del prossimo anno continuerò a vivere agli Alberoni. Poi vedremo. Ho anche delle alternative da poter valutare, con calma. Perché c’è ancora un po’ di tempo davanti». Oggi in due devono assicurare reperibilità 7 giorni su 7, 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno. Il suo sogno forse sarebbe stato quello di fare un'esperienza all'estero nei mari del Nord, andando a vivere lì per un periodo. Ci sono scenari naturali meravigliosi incontaminati. «Ma gli Alberoni restano, e saranno sempre, nel mio cuore. La vita del guardiano del faro è affascinante. Forse vivi un po’ isolato, ma la cosa più bella è il senso di libertà e serenità che si respira guardando il mare e rimanendo, per ore, immerso nella natura».
A Venezia sono soltanto due i fari ancora oggi abitati in città: quello degli Alberoni, dove vive Claudio, e quello di Murano. Qui i faristi si occupano anche del faro di San Nicolò, l'altro faro del territorio del Lido, noto anche come “isola dei due fari”. Cavasin non ha mai perso la voglia di sognare. Essere farista è un mestiere d’altri tempi . «Questa professione – riprende – ci chiede di dedicarci alla cura dei segnalamenti luminosi per far entrare le navi in porto. Garantiamo la manutenzione ordinaria di tutti i segnalamenti e anche quella straordinaria. Tutto deve essere in ordine e perfettamente funzionante. Il mio campo di azione va fino a tre miglia in mare aperto, circa sei chilometri». Poi c’è tutto il canale dei Petroli Malamocco-Marghera.
«Oggi tutto è telecomandato – spiega ancora il guardiano degli Alberoni – e quando si verifica un problema, io dal computer vedo esattamente che tipo di guasto c’è, così quando mi reco sul posto, so già che tipo di riparazione serve. Non è più come una volta quando capitava di arrivare in mare aperto e non avere a disposizione proprio il pezzo di ricambio che serviva. Anche in piena notte poteva succedere di rientrare alla base e poi uscire nuovamente. Oggi è tutto più chiaro e pianificato. Avere un alloggio di servizio agli Alberoni è un benefit che compensa la reperibilità 24 ore su 24, ma soprattutto permette di avere la reperibilità di qualcuno sempre disponibile che presidia la zona in modo continuativo».