Un poliziotto, un finanziere e il titolare di attività commerciale finiscono in pronto soccorso, per fortuna in codice verde.
L’AMBIENTE
Cori, sfottò e, considerato il cammino deludente di entrambe, cornice di pubblico accettabile per il derby dell’Adriatico. Poco più di 4.700 spettatori sugli spalti, bisogna tornare indietro di quasi sei mesi per riscontrare un numero del genere nello stadio pescarese (5.100 con la Recanatese, lo scorso 29 ottobre). Settore ospiti stracolmo, nel primo tempo i 741 tifosi dell’Ancona dominano il duello sugli spalti sfruttando l’assenza degli ultrà del Pescara. Quest’ultimi, infatti, proseguono la protesta a oltranza contro il presidente Sebastiani ed entrano allo stadio solo durante l’intervallo.
I MALORI
Un po’ di apprensione poco prima della mezz’ora, quando un tifoso marchigiano accusa un malore. Rapido l’intervento dei sanitari che entrano nel settore ospiti per prestargli le cure necessarie. Per fortuna nulla di grave. Poco dopo stessa scena in curva nord, dove un sostenitore del Pescara si sente male. È di nuovo necessario l’intervento dei medici, ma in questo caso il problema sembra più serio, dal momento che il tifoso viene accompagnato in barella all’esterno dello stadio. All’inizio della ripresa l’atmosfera si accende, i tifosi biancazzurri entrano scandendo cori prima contro la società e poi nei confronti dei rivali anconetani. Il raddoppio di Spagnoli manda in estasi i supporter biancorossi e i mugugni del pubblico di casa diventano sempre più insistenti. La reazione sterile dei biancazzurri non fa altro che peggiorare le cose e alla fine gli ultrà pescaresi respingono il saluto della squadra. Cuppone e compagni rientrano a testa bassa negli spogliatoi, invece è festa grande sull’altra sponda.
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