L’orsa chiamata Bambina, visita Roccaraso. Stiamo parlando del plantigrado femmina, dell’età di 4 anni, che da qualche giorno si aggira nelle strade del centro montano. Bambina è munita di radiocollare, strumento utilizzato dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per il monitoraggio. L’ orsa si muove con una certa diffidenza, nelle ore notturne. Dal luogo di avvistamento, nella periferia denominata “Dieci Ponti”, fino a percorrere la via Porta Napoli, all’altezza della caserma dei Carabinieri, per poi inerpicarsi verso la salita, che conduce alla Chiesa Santa Maria Assunta.
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Non è certo come la mamma Orsa senza pudore che porta di suoi cuccioli - un parto eccezionale in Europa - in giro per tutto il parco quzsi posando per scatti e video di turisti e residenti. Il direttore del Pnalm, Luciano Sammarone, raccomanda a tutti il rispetto della distanza. L’orsa Bambina, qualche tempo fa, si è resa protagonista anche di una passeggiata al buio, all’interno della galleria Fiore, sulla statale 17. Scortata da una pattuglia della Polizia Stradale di Sulmona, per tutta la lunghezza del tunnel, giunta all’aperto, si è diretta in un’area boschiva. A riprendere la scena, Alessandro Spica, originario di Pescocostanzo.
In base al rapporto orso marsicano, redatto dal Pnalm, il 2019 è stato l’anno record delle nascite: ben 16 nel solo territorio di competenza del Pnalm, a cui vanno aggiunti altri 4 cuccioli individuati in territori molto lontani della core area. Il dato è importante, perché mantiene il trend registrato nei 3 anni precedenti, con nascite sempre a doppia cifra, a dimostrazione che fra i tanti, il cibo non è un problema per l’orso marsicano, la cui popolazione, ha dimostrato una grande vitalità. Significativa anche la conferma di quanto importante sia la rete di aree protette presente sul territorio, per assicurare la possibilità di colonizzare nuove aree, esterne alla zona Parco, ma facilmente raggiungibili. «Il 2019 – dice Sammarone - è stato l’anno delle conferme, sia positive, con i tanti cuccioli nati in un anno solo, sia con le criticità, legate alle cause di morte. Ma è stato anche l’anno in cui lo sforzo di tutti gli enti e le associazioni coinvolte nella tutela della specie, hanno dato un segnale univoco in termini di raccordo e coordinamento, come risulta dalle attività delle due reti di monitoraggio, che speriamo presto si possano unificare, ma anche dalla tragedia di Natale, con la morte per investimento di una femmina, che ha mobilitato tutti per assicurare la salvaguardia del cucciolo orfano».
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