Jerry Calà: «Dico sempre "bagaglio a mano" ma poi porto mezza casa»

Sabato 18 Maggio 2013 di Giorgia Cardinaletti
Jerry Calà alle Maldive con la famiglia
Jerry Cal l'ultimo viaggio che ha fatto?

Con la famiglia alle isole Maldive lo scorso Natale. Il viaggio più bello di sempre?

«Con dei vecchi amici, circa una quindicina, decidemmo di fare un viaggio molto avventuroso a Santo Domingo e Cuba. Ci divertimmo tanto, soprattutto a stare tra di noi, dal momento che non ci vedevamo da tempo. Negli anni Ottanta feci un altro viaggio bellissimo a Miami, New Orleans, Los Angeles, New York con finale ad Haiti tra la gente del luogo, nei villaggi più e veri e caratteristici. Un viaggio non da turista. In generale, a parte le Maldive con la famiglia, a me piace girare così, andare a scoprire un po' la verità dei luoghi. È molto più divertente. Viaggiare per ritrovarsi con gli italiani a "magna' gli spaghetti" al ristorante italiano no, mai e poi mai. In ogni luogo amo cogliere lo spirito del posto, fare amicizie con gente locale e soprattutto mangiare, anche rischiando, le loro cose. Ma amo molto l'Italia. Un altro viaggio memorabile fu la Sardegna. Dovevo arrivare in Costa Smeralda ed ero a Baia Chia a sud dell'isola. Da lì presi un'auto a noleggio e da solo in una giornata intera, ricordo che ci impiegai circa 20 ore, girai tutta la Sardegna. Ci sono luoghi con i cavalli che sembrano il Far West, praterie infinite e paesaggi lunari. Bellissimo. Un coast to coast italiano che veramente consiglio anche ai grandi viaggiatori ».



Quello più brutto?

«Negli anni Ottanta alle Seychelles: dodici giorni di pioggia continua. Un viaggio allucinante. Ogni giorno andavo all'aeroporto per vedere se si riusciva a scappare via, ma erano altri tempi e non si poteva. Mi sono beccato un clima pessimo. Feci pure una causa all'agenzia che ci aveva mandato in piena stagione delle piogge dicendoci che era il periodo migliore».



L'albergo più bello della sua vita

«Le Meridien di Phuket. Forse uno dei più belli che io abbia mai visto, dove puoi trovare qualsiasi cosa. Dieci ristoranti, i buffet più svariati, piscine e spiaggia a due passi».



Quando e come fa la valigia?


«Dico sempre "Stavolta parto con il bagaglio a mano, porto poche cose che tanto non mi servono" e invece ci metto di tutto. Vado sempre via con dei valigioni enormi e poi indosso la metà della roba. È più forte di me, ci casco sempre».



Cosa porta sempre con sé?

«Naturalmente i miei aggeggi: i telefoni, il tablet, queste cose qui insomma. Non ho amuleti. Non sono un maniaco delle foto, preferisco fissare i ricordi nella memoria. E poi, dal momento che viaggio sempre in compagnia, c'è sempre qualcuno che porta la macchina fotografica».



Meglio soli o in compagnia?

«Sempre in compagnia. Quando si va molto lontano sono contento di condividere l'esperienza. Ad esempio mi porto sempre amici che sanno stare al mondo e che riescono a districarsi anche nelle situazioni più difficili».



Libri o e-book?


«L'e-book lo rifiuto. Non sono un grande lettore ma quei libri che leggo li preferisco cartacei. Adoro le grandi riviste di viaggio ma non le porto perché pesano da morire».



In una città: guida alla mano e itinerario ferreo o a zonzo senza meta precisa?

«Assolutamente a zonzo, cercando di chiedere alla gente del posto. Non c'è niente di più divertente».



Il piatto che più le è piaciuto.


«Una sera in un locale a Bangkok di tipica cucina orientale. Siamo andati in un ristorante molto popolare e il menu era incomprensibile. Così abbiamo deciso di ordinare chiudendo gli occhi e puntando il dito a caso su un piatto della lista. Non c'era proprio possibilità di comunicare. Non saprò mai cosa ho mangiato ma mi è piaciuto molto. Mi ricordo anche un pranzo divertentissimo a Cuba. Eravamo nella spiaggia di Santa Maria, vicino L'Avana. Ci hanno dato un menu e noi abbiamo ordinato. Poi abbiamo visto della gente partire con motorini, biciclette e auto scassate. Nel frattempo ci hanno portato da bere e sono passate due o tre ore. Dopo un po' abbiamo visto rientrare quelli che se ne erano andati stracarichi di roba da mangiare. In pratica non avevano nulla e sono andati nelle campagne a cercare polli, verdure, a prendere il pesce. Quelli che erano rimasti ci facevano compagnia cantando canzoni. Morale della favola: abbiamo passato un'intera giornata seduti a quel tavolo».



Quello che dimentica sempre a casa.


«Le cose della toilette. Devo districarmi negli aeroporti per cercare lamette, schiuma da barba. Un classico è lo spazzolino. Quello lo dimentico sempre».

Il prossimo viaggio?

«Dubai, Abu Dhabi e Oman. Ho mia cognata a Dubai e amici ad Abu Dhabi. Vogliamo fare un giro con la famiglia da quelle parti».



"Vacanze di Natale" o "Vacanze in America"?


«Come film meglio "Vacanze di Natale", ma come esperienza di set "Vacanze in America" è stato meraviglioso, abbiamo fatto tutto il coast to coast. Davvero indimenticabile».
Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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