«In caso di violazione» da parte dei lavoratori della precettazione per lo sciopero del 17 novembre «scatteranno le sanzioni previste dalla legge». Così il ministro dei Trasporti Matteo Salvini a Libero. Ospite di Agorà, annuncia una conferenza stampa per le 15.30 di oggi il leader Cgil Maurizio Landini, confermando «lo sciopero per tutti i settori» ma per «il settore dei trasporti vedremo cosa fare senza mettere in difficoltà i lavoratori, perché con la prescrizione del governo le misure riguardano anche i lavoratori, non solo i sindacati».
Cosa succede ora
In sostanza, rimane lo sciopero di 8 ore (oppure per l'intero turno) per i lavoratori dell'Italia centrale, esteso a livello nazionale per cinque categorie (pubblico impiego, scuola, poste, lavanderie industriali e igiene ambientale). Con la precettazione, invece, viene ridotta a 4 ore invece l'astensione dal lavoro nel settore dei trasporti (con eccezione dei voli, già esclusi dai sindacati in precedenza). A questo punto - ed è questo il nodo che verrà sciolto nel pomeriggio - Cgil e Uil devono decidere se accettare il dimezzamento imposto dalla precettazione per i trasporti oppure tirare dritto e violare l'ordinanza. Una mossa che costerebbe caro non solo alle sigle (multe tra 2500 e 50mila euro, potenzialmente raddoppiabili) ma anche ai lavoratori coinvolti: per loro, infatti, sanzioni fino a mille euro. Difficile invece pensare a una revoca dello sciopero specie dopo la conferma da parte dei leader sindacali coinvolti.
L'audizione
Nel frattempo, stamattina è intervenuta alla Camera Paola Bellocchi, presidente della Commissione di garanzia scioperi. La legge 146 del 1990 sugli scioperi nei servizi essenziali «non menziona mai lo sciopero generale» ha affermato, aggiungendo che «lo sciopero generale è formato la scioperi di categoria e ognuno deve applicare le proprie regole di settore in termini di preavviso, di durata massima della prima azione, di rarefazione e di divieto di concomitanza». Il tema, infatti, rimane anche quello della diversa interpretazione della natura dello sciopero: per i sindacati l'astensione è generale, mentre per la Commissione è intersettoriale (e quindi passibile di maggiori limitazioni). «La prassi della Commissione è stata quella di considerare gli scioperi proclamati non per la generalità delle categorie pubbliche e private ma per settori ancorchè molto ampi, come scioperi plurisettoriali», ha detto Bellocchi.