Coprifuoco, De Luca: lockdown subito. Piazza contro le chiusure

Sabato 24 Ottobre 2020 di Alberto Gentili
Coprifuoco, De Luca: lockdown subito. Piazza contro le chiusure

«Siamo a un passo dalla tragedia, non voglio vedere le bare sui camion militari. Chiudo la Campania e il governo vari il lockdown nazionale». Enzo De Luca usa toni gravi di fronte all’impennata dei contagi nella sua Regione.

E tra oggi e domani, dopo il coprifuoco deciso nei giorni scorsi, il governatore campano chiude «tutto per 30-40 giorni, sperando nella riapertura a Natale». 

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Ma la tensione sociale esplode poco dopo l’annuncio di De Luca. A circa mezz’ora dal «coprifuoco» che è scattato ieri sera alle 23 per la prima volta in Campania, nelle strade del centro storico di Napoli è partita la guerriglia. Un migliaio di giovani a volto coperto, tra loro molti militanti del circuito “antagonista” e non solo, sono scesi per le strade a Napoli per protestare contro la stretta anticovid. Ci sono stati scontri con la polizia e lanci di lacrimogeni e petardi, soprattutto davanti al palazzo della Regione. Un cassonetto è stato dato alle fiamme, mentre bottiglie di vetro sono state scagliate contro le forze dell’ordine. Bombe carta e petardi contro Palazzo Santa Lucia, carabinieri feriti e una troupe di SkyTg24 aggredita. I cassonetti sono stati usati anche come barriere per non far giungere sul posto i vigili del fuoco a sedare gli incendi. I manifestanti sono scesi in strada organizzati da un tam tam partito sui social. A protestare non erano commercianti e piccoli imprenditori che lo hanno fatto pacificamente, sia a Napoli che a Salerno, ma giovani radunatisi nelle zone tradizionalmente frequentate da universitari e galassia antagonista.

In più De Luca è lasciato solo dagli altri governatori nella richiesta del lockdown nazionale. Nessuno al momento segue le sue orme. Ma dal Piemonte alla Sicilia, arriva un appello al premier Giuseppe Conte ad archiviare il suo attendismo: «Sia il governo a decidere l’eventuale lockdown». Della serie: basta con lo scaricabarile.
Contro la chiusura generale dell’Italia si schierano molti governatori. Ecco Stefano Bonaccini, che guida la Conferenza delle Regioni: «Sul fatto che nessuno voglia un nuovo lockdown generale, che si trasformerebbe in una pandemia economica e sociale cui il Paese non reggerebbe, c’è uniformità di vedute tra governo e Regioni». Ed ecco il governatore lombardo Attilio Fontana: «Un lockdown completo sarebbe insopportabile per l’Italia». Sulla stessa linea Nicola Zingaretti (Lazio), Luca Zaia (Veneto) e il calabrese Nino Spirlì.
Nel governo sono ore agitate anche nel confronto con le Regioni. Il ministro Francesco Boccia, positivo ma asintomatico, ha dovuto rinviare la prevista riunione annunciata giovedì che doveva servire a rendere omogenee le varie ordinanze regionali. La ragione: Lucia Azzolina (Scuola) non avrebbero fornito indicazioni «di mediazione» riguardo alla didattica a distanza e allo sfalsamento degli orari di ingresso a scuola che servirebbero a decongestionare bus, metro e a ridurre gli assembramenti. «E questo ci impedisce di svolgere il giusto coordinamento e la necessaria mediazione con le istanze delle Regioni», spiegano fonti governative che narrano anche di tensione tra la Azzolina e Paola De Micheli (Trasporti).

Questa impasse così impedisce di mettere ordine nella Babele delle ordinanze locali. Fontana in Lombardia mantiene la didattica a distanza (Dad) per le scuole superiori a dispetto delle proteste dei sindaci a partire da quello di Milano, Beppe Sala. «Mi assumo personalmente la responsabilità della mia decisione». E mentre Zaia in Veneto «al momento esclude ordinanze restrittive», in Piemonte il governatore Alberto Cirio firma il provvedimento per il coprifuoco notturno dalle 23 alle 5 del mattino e la Dad per il 50% delle scuole. Copione simile in Calabria, dove Spirlì ha imposto lo stop alle scuole medie e superiori per 15 giorni e il divieto di uscire di casa dalle 23 alle 5. Non va meglio in Umbria, dove la presidente Donatella Tesei dà un giro di vite alle vendite al dettaglio la domenica e sullo sport dilettantistico.
 

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