Allarme jihadismo dopo la guerra in Siria oggi al Quirinale consiglio supremo di Difesa

Lunedì 11 Novembre 2019 di Marco Conti
Attentato in Iraq, il generale Gian Marco Chiarini: «Non c'è missione a rischio zero ma è un lavoro fondamentale»
Tra gli argomenti della riunione di oggi pomeriggio del Consiglio supremo di Difesa Sergio Mattarella aveva già messo la «situazione sulle principali aree di crisi ed evoluzione delle forme di minaccia, con particolare riferimento al terrorismo transnazionale di matrice jihadista».

GLI IMPEGNI
L'allarme era quindi già scattato e l'attentato di ieri in Iraq contro i militari italiani rende la riunione di oggi particolarmente importante perché la minaccia terrorista si intreccia con la questione siriana e libica e con i vari impegni militari che l'Italia ha nei punti più caldi.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà nel pomeriggio al Quirinale e con lui i ministri Di Maio, Lamorgese, Gualtieri, Guerini, Patuanelli, il capo di Stato maggiore della Difesa Vecciarelli, il sottosegretario Fraccaro, e il segretario del Consiglio Supremo Mosca Moschini. La prima riunione dell'era giallorossa precede una serie di appuntamenti Nato che avranno i ministri Guerini e Di Maio prima del summit di Londra di dicembre con i capi di Stato e di governo dell'Alleanza Atlantica. Per tutta la giornata di ieri il ministro della Difesa Guerini ha costantemente informato il presidente della Repubblica e il premier Conte sullo stato di salute dei militari feriti, ma oggi sarà occasione per fare il punto sul lavoro che svolgono in Iraq gli 860 militari. L'esperienza e la bravura dei militari italiani nelle missioni di pace e di addestramento è riconosciuta da tutti, ma i rischi sono aumentati da quando gli Usa hanno annunciato il ritiro dalla Siria e i curdi sono impegnati a difendere se stessi mentre dalle prigioni curde sono usciti in massa terroristi tornati in piena attività.

La minaccia jihadista ha così potuto rialzare la testa come dimostra l'attacco di ieri al nostro contingente. Un lavoro difficile, quello dei soldati italiani, che ha spinto ieri tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, a stringersi intorno ai feriti. D'altra parte sono lontani i tempi delle contese sulle missioni militari anche se una loro ridefinizione potrebbe presto imporsi anche in vista delle risorse che dovranno essere destinate al nascente progetto di difesa europea che ha come obiettivo quello di raccogliere - attraverso apposito fondo ed entro il 2027 - quasi quindici miliardi di euro.

A margine del vertice Nato del 3 e 4 dicembre a Londra si parlerà di Siria, dei curdi, di profughie della minaccia terrorista, in apposito vertice a quattro (Merkel, Macron, Erdogan e Trump) che si terrà a margine dei lavori. Toccherà a Conte cercare di recuperare un ruolo all'Italia, specie dopo l'attacco subito ieri.
 
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