Un viaggio da fiaba nel cuore antico di Brema

Lunedì 9 Settembre 2013 di Marco Berchi
Un viaggio da fiaba nel cuore antico di Brema
Uno dice “autunno, Germania” ed difficile che si pensi ad Angela Merkel e alle imminenti elezioni. No, subito Oktoberfest, Monaco. Per carità, tanto di cappello e di pinta alla festa tedesca più amata dagli italiani che vi accorrono con carovane di camper. Ma evviva le alternative e, se Monaco è a sud est, a noi piace guardare cosa c’è a nord ovest, e se la Baviera è il Land più grande eccoci a voler scoprire quale sia il più piccolo. Risultato univoco della ricerca: Brema, anzi la Libera Città Anseatica di Brema, città-stato che comprende anche la vicina Bremerhaven.

Chi scrive l’ha visitata di recente e conferma: è un angolo di Germania che va conosciuto perché racchiude molto dell’anima tedesca, perché è di dimensioni pedonali perfette e perché, benchè non vicina, si raggiunge facilmente dall’Italia in aereo (voli diretti da Roma, Milano e Venezia) o in aereo + treno.



CENTRO STRATEGICO



Il primo impatto lascia pensierosi perché vi diranno subito che il centro della città è stato distrutto per il 65% dalla guerra (90% l’area a ovest della stazione); è la maledizione di essere un centro strategico e di esserlo per quella collocazione che è di molte città nordiche, con lunghi estuari — qui, il Weser — che significano porti, commerci, ricchezze ma anche guerre. Così, una buona idea per capire Brema è partire da fuori, da Bremerhaven, la nuova città-porto fondata nel 1827 dopo che l’antico porto di Vegesack — il primo scalo artificiale d’Europa (1618) in cui dal 14 al 22 settembre ci sarà il Maritim festival — si era rivelato insufficiente per le grandi navi. A Bremerhaven si possono ammirare tre siti tra i più significativi di tutta la Germania moderna e che insieme già quasi valgono il viaggio: il Museo tedesco della navigazione, il centro Klimahaus (www.klimahaus-bremerhaven.de) magnifico museo didattico focalizzato sul clima che surclassa il bello ma più vecchiotto Universum di Brema, e il Museo dell’Emigrazione (www.dah-bremerhaven.de), moderno centro culturale multimediale dedicato ai milioni di tedeschi e non che transitarono di qui per cercare fortuna oltreoceano.



I SECOLI D’ORO



Faceva il percorso inverso la fortuna che dal mare arrivava a Brema nei secoli d’oro del commercio anseatico. Il turista moderno lo può ripercorrere rientrando in città seguendo il fiume e sbarcando sullo Schlachte, i “murazzi” ideali per la passeggiata e per la sosta nei numerosi locali. Sempre seguendo il lungofiume, val la pena dare un’occhiata allo Schnoor, l’antico quartiere dei cordai, per poi puntare decisamente verso la Marktplatz. Qui batte il cuore antico di Brema e a sorvegliarlo c’è la strana e vigile statua di Orlando, simbolo di libertà non soltanto mercantile in polemica con i principi-vescovi. È lì dal 1404, si è salvata dalle bombe ed è protetta dall’Unesco con il coevo, antistante e bellissimo Municipio, che merita una visita non frettolosa soprattutto per la bella Sala superiore. Ma è nelle cantine che si cela la sorpresa: la Ratskeller è infatti una sorta di bundesbank dei vini tedeschi in cui si custodiscono, si rinnovano ad ogni vendemmia e si gustano le migliori bottiglie di Germania con il pezzo fortissimo: un Rudesheim del… 1653. A proposito di segreti: andate a dare un’occhiata al caffè Stadtwirt e vi troverete incastonati i bellissimi resti di un antico chiostro di santa Caterina.



ATLANTIDE



Ancora una chicca fuori rotta? Solo se avete prenotato una visita guidata alla città (www.bremen-tourism.de/it) vi sarà possibile dare un’occhiata a un luogo vagamente inquietante e comprensibilmente non molto pubblicizzato. Vi farete accompagnare nella Böttcherstrasse, una stradina ricostruita negli anni ’20 con un mix tra art déco e mattoni a vista dall’industriale Ludwig Roselius (vedi box), darete un’occhiata alle botteghe e alle boutiques ma poi chiederete di vedere la casa Atlantis, oggi inglobata in un adiacente hotel. È opera, come molto nella Böttcherstrasse, del designer Bernhard Hoetger, vuole richiamare l’utopia di Atlantide e, tra vetro, metallo e forme geometriche ha il suo culmine nella “sala del cielo” in cui si respira un clima ancor più inquietante se si pensa agli anni Trenta in cui fu costruita e ai legami tra il nazismo, la mitologia e le discipline esoteriche.



FRIVOLEZZE



Usciti, si va a caccia di frivolezze e curiosità. Come la Hochzeitshaus, che con la sua unica stanza si picca di essere l’hotel di charme più piccolo del mondo.

A proposito di hotel: la scelta è molto ampia; il sottoscritto ha dormito al Best Western zur Post, un onesto quattro stelle con doppie da 120 euro e con due pregi: di fronte alla stazione e allo snodo di tutti i tram e con un’annessa, buona caffetteria, il Café Hauptmeier. Per una ospitalità tranquilla e low cost, anche la casa delle suore brigidine (birgitten-kloster.bremen@t-online.de), quelle di piazza Farnese a Roma, offre buone soluzioni.
Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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