La poliziotta che lottava per impedire i suicidi si toglie la vita a 36 anni

Martedì 13 Novembre 2018
La poliziotta che lottava per impedire i suicidi si toglie la vita a 36 anni
Francia sotto choc per il suicidio di Maggy Biskupsky, simbolo della lotta contro l'odio per la divisa che si batteva per arginare l'impressionante ondata di suicidi fra i suoi colleghi. Ma adesso anche lei si è tolta la vita a 36 anni, utilizzando - mentre era sola in casa sua - l'arma di servizio. Ha deciso di andarsene a poche ore dal terzo anniversario delle stragi del 13 novembre, uno dei momenti più dolorosi per la Francia e le sue forze dell'ordine.

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Il Paese è scosso dal gesto della giovane in divisa, molto popolare e presente sui media. Maggy aveva preso le redini dell'associazione «Policiers en colere» dopo l'ennesimo violento agguato nella banlieue di Parigi ai danni di alcuni suoi colleghi di pattuglia. Erano stati assaliti da una banda di teppisti che gli avevano infilato nell'abitacolo bottiglie incendiarie. Due avevano riportato ustioni gravissime, altri erano rimasti feriti o sotto shock. La polizia, nei giorni successivi, era stata attraversata da un vento di rivolta che arrivava sui social e che sfociò in una serie di manifestazioni spontanee, notturne, con i volti coperti a Parigi e in altre città.

Poliziotti che denunciavano le condizioni di lavoro, la «haine anti-flic», l'odio che respiravano contro di loro ad ogni incrocio di periferia e ad ogni manifestazione. Maggy, bionda, occhi azzurri, spigliata, diventò la loro portavoce: «Non si poteva non essere d'accordo con lei - ha detto oggi il ministro dell'Interno, Christophe Castanere - per lei esisteva soltanto l'ideale di difendere i poliziotti, il loro onore, i mezzi per lavorare». Tutti elementi che, stando agli uomini in divisa, mancavano fino a provocare la «sofferenza» di molti di loro: in 51 si sono suicidati nel 2017, dal gennaio 2018 se ne contano già 30.

L'attivismo di Maggy le attirò diversi guai, fra i quali un'inchiesta interna per aver divulgato notizie riservate. E lei, negli ultimi giorni, si era detta preoccupata e sotto forte pressione. Non solo per l'inchiesta, ma perché dentro l'associazione che presiedeva, alcuni colleghi l'avevano accusata di aver gestito male i fondi. Un'accusa e un peso che probabilmente Maggy non ha sopportato.

«È il simbolo di una polizia che non ce la fa più - ha commentato il capo dei Republicains, Laurent Wauquiez - lei tutelava quelli che ci proteggono, noi non siamo riusciti a proteggere lei».
Per Marine Le Pen, questo suicidio «è il simbolo terribile della sofferenza dei poliziotti che lei denunciava instancabilmente».
Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA