Prima c'è stato un rapporto choccante pubblicato dal giornale israeliano Yedioth Ahronoth che per primo ha lanciato l'allarme sul fatto che alcune prove degli stupri e delle orrende mutilazioni alle donne israeliane nei kibbutz colpiti dai terroristi di Hamas lo scorso 7 ottobre non sarebbero state adeguatamente fotografate, conservate o esaminate perché divenissero effettive prove forensi.
Naturalmente le decine e decine di stupri di gruppo, così come gli oltraggi sui corpi delle donne israeliane sono documentate nei filmati delle telecamere che i miliziani di Hamas avevano addosso o sull'elmetto. Altre volte gli stupri li filmavano con i telefonini. Il materiale è stato poi caricato sui social e diffuso come trofeo. A questa prova si aggiungono naturalmente le centinaia di testimonianze di coloro che sia al rave, sia nei kibbutz sono riusciti a nascondersi alla carneficina. Ci sarebbe persino la sequenza di una donna incinta che prima ha subito violenza e poi è stata sventrata da un miliziano che ha estratto il feto.
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Molte delle atrocità sono state raccolte in un filmato di 40 minuti che ora viene proiettato a giornalisti e politici. Tuttavia, il materiale più angosciante non è stato rilasciato perchè troppo difficile da guardare e anche per preservare la dignità delle vittime. Secondo i gruppi femminili israeliani sarebbe stato fatto un lavoro investigativo lacunoso al fine della documentazione necessaria al processo. Molti corpi sono già stati restituiti alle famiglie per i funerali.
al Hochman, un funzionario dell'Israel Women's Network, ha dichiarato al Guardian che «la maggior parte delle donne sono state violentate e poi uccise ma non capiremo mai il quadro completo, perché i corpi sono stati bruciati, oppure sepolti senza prelevare campioni».
In risposta all'articolo di Yedioth Ahronoth, il ministero della giustizia israeliano ha dichiarato: «Le accuse di negligenza da parte dello Stato sono irresponsabili e non hanno basi. Dal 7 ottobre è stata condotta un'intensa attività investigativa e legale, con una visione generale dell'intero attacco terroristico, in tutti i suoi aspetti». Lo stupro e l'aggressione sessuale sono considerati crimini di guerra e una violazione del diritto internazionale umanitario. Israele sta raccogliendo prove visive, digitali e forensi per un'indagine sui crimini di guerra e sui crimini contro l'umanità da presentare all'Aja, alla corte penale internazionale (CPI).