PADOVA - Dopo quanto accaduto allo stadio Euganeo martedì 19 marzo, il giudice sportivo della Lega Pro ha deciso che la partita di ritorno tra il Catania e i biancoscudati si terrà a porte chiuse. Inoltre, entrambe le società dovranno pagare un'ammenda, 5 mila euro per il Calcio Padova e 10 mila per gli etnei.
Nel pomeriggio di oggi, 21 marzo, sono stati arrestati altri 3 ultras catanesi che hanno partecipato alle violenze.
La decisione del giudice sportivo
«Da quanto sopra esposto - si legge nella nota - appare evidente la gravità dei comportamenti dei sostenitori del Catania. Invero, le condotte sopra riportate sono state perpetrate in violazione degli artt. 6, 25 e 26 C.G.S. e costituiscono fatti contrari alle norme in materia di ordine e di sicurezza e fatti violenti integranti pericolo per l’incolumità pubblica. Nella specie va rilevato che esse hanno determinato, anche in concreto, la ritardata ripresa del gioco dopo l'intervallo di circa 4 minuti a causa, peraltro, dell’invasione di campo da parte di un numero consistente di tifosi ospiti. Inoltre, hanno rappresentato un rilevante rischio per l’incolumità dei tesserati e dei tifosi e degli addetti ai servizi (considerate le modalità dei lanci effettuati in reciproco danno dalle due tifoserie) e hanno provocato danni all’impianto sportivo - e prosegue - Nell'individuazione della sanzione più adeguata ed equamente commisurata alla gravità delle condotte perpetrate e alle conseguenze concrete che ne sono derivate, appare congrua la sanzione prevista dalla lettera e) e cioè l'obbligo a carico della Società Catania di disputare una o più gare a porte chiuse, oltre all'irrogazione di un'ammenda. Per l’effetto, commina la sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse e di euro 10.000 di ammenda. Dispone che la sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse sia scontata in occasione della gara successiva di Coppa Italia Serie C che la Società CATANIA disputerà dopo la data di pubblicazione della presente decisione (Finale di Ritorno Coppa Italia Serie C del 2 aprile 2024)».
Cosa è successo
Durante l'intervallo della partita i tifosi etnei hanno effettuato un'invasione di campo a suon di bengala e mortaretti. Erano una sessantina e sono corsi sotto la Tribuna est, dove siedono i padovani. E lì, sotto la recinzione in plexiglas, hanno lanciato fumogeni verso gli spettatori, rubato uno striscione (poi restituito) e cercato di colpire con cinghie e bastoni di fortuna i padovani. A interrompere il blitz, l'arrivo di polizia e carabinieri. Secondo la ricostruzione effettuata dal questore Marco Odorisio, il cancello della curva era rimasto aperto. Probabilmente uno degli ultras lo aveva notato e ne ha approfittato, dando il via agli scontri. Il bilancio parla di 11 ultras catanesi arrestati, tutti con precedenti a vario titolo, per associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina, spaccio, estorsione; 8 agenti di polizia contusi (4 della Digos di Padova e 4 del II reparto Mobile della Questura euganea) e un dirigente del reparto Mobile, Giuseppe Iorio, colpito da malore durante l'invasione di campo e ora ricoverato in Cardiologia a Padova.
«Penalizzate entrambe le tifoserie, comportamenti non paragonabili»
«Il Calcio Padova, viste le decisioni assunte in merito alla disputa della finale di ritorno della Coppa Italia Serie C a porte chiuse, con il massimo rispetto e senza voler entrare nel merito delle decisioni del Giudice Sportivo, non può non constatare che la conseguenza pratica di tali decisioni penalizza in egual modo entrambe le società ed entrambe le tifoserie, sebbene i comportamenti non siano nemmeno lontanamente paragonabili». É la nota della società biancoscudata in merito alle decisioni del giudice sportivo.
«Il Calcio Padova - prosegue la nota - coglie l’occasione per ringraziare i propri sostenitori per aver mantenuto la calma, compatibilmente con la drammatica ed imprevista situazione ed elevata pericolosità degli atti compiuti dai facinorosi tifosi ospiti entrati nel recinto di gioco. Un grazie inoltre alle forze dell’ordine per l’intervento ed il costante supporto. La società biancoscudata auspica che, sin da ora, si possa tornare a parlare soltanto di sport, di aggregazione e di sostegno sano alle proprie squadre del cuore».