Immigrazione, il sindacato di Polizia teme un aumento degli arrivi e lancia l’allarme: «Siamo in pochi»

"Tra meno di un mese la rotta balcanica tornerà a riempirsi e non è stato fatto nulla"

Lunedì 11 Marzo 2024 di Loris Del Frate
Immigrazione, il sindacato di Polizia teme un aumento degli arrivi e lancia l’allarme: «Siamo in pochi»

PORDENONE/UDINE - Mentre la politica continua a litigare con il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza che l'altro giorno durante la visita a Pordenone ha chiesto alla premier Giorgia Meloni di aiutarlo a sistemare la questione del Silos a Trieste dove ci sono accampati oltre un centinaio di migranti della rotta balcanica, il sindacato di Polizia mette le mani avanti e si preoccupa per quanto potrà accadere tra qualche mese quando, con il caldo, inizierà nuovamente ad affollarsi di migranti la rotta balcanica.


MANCATE SOLUZIONI
Non è tutto. La politica, anche quella regionale, totalmente incapace di prendere una decisione sulla realizzazione o meno di un hotspot sul territorio capace di contenere gli arrivi ed evitare i bivacchi di stranieri non solo Trieste, ma anche nelle piazze di altre città, come Udine e Pordenone, resta ancora divisa con il solito Dipiazza che ha spiegato alla premier che la struttura di contenimento dei migranti, oltre ad essere urgente, dovrà essere messa in piedi in Friuli e non nella Venezia Giulia visto che tra Udine e Pordenone ci sono circa 140 caserme vuote che possono essere utilizzate allo scopo.

E così mentre i partiti litigano e le Prefetture non prendono una posizione preferendo rincorrere la questione per evitare scontri con la politica regionale rischiando, però, di ritrovarsi tra le mano una patata bollente, il Siulp regionale avverte che il pericolo di nuovi arrivi di massa è molto vicino.


SINDACATO DI POLIZIA
«Quest'anno - attacca il segretario regionale, Fabrizio Maniago, anche la politica gioca d'anticipo sui migranti, precedendo pure i sindacati. Un tema di eterna campagna elettorale sul quale si costruiscono le fortune ed anche le sfortune delle compagini politiche. L'estate è dietro l'angolo ed oramai forti dell'esperienza accumulata, nel doloso immobilismo degli ultimi vent'anni, si sprecano e si rimpallano le responsabilità per la mancata gestione attiva del fenomeno migratorio. Perché di questo stiamo parlando. Del non agire che conduce a due esiti; il primo nella speranza che il tema venga dimenticato dall'opinione pubblica, il secondo invece porta all'amplificazione dello stesso che ad un certo punto scoppia nelle mani di chi ha omesso dolosamente di agire. Fino a ieri avrebbero dovuto materializzarsi hotspot come funghi a destra e a manca e proprio mentre la rotta balcanica (peraltro sempre attiva e mai dormiente) ritornerà a produrre colonne di disperati, ci si accorge che nessuno ha fatto niente, che gli hotspot non esistono, che le location per trattare i migranti in Friuli Venezia Giulia sono sempre le stesse, che il personale in tutta la regione è al lumicino e che le risorse non ci sono».


IL PROSSIMO FUTURO
«La rotta balcanica - continua Maniago - torna in auge e bisogna rispolverare i vecchi tormentoni di sempre, ma l'elemento che oggi porta a queste prese di posizione è il fatto che l'opinione pubblica è stata attivata dalla società civile e quindi si deve fare qualcosa. Migliaia di firme per il silos raccolte in pochi giorni. La prospettiva che il presidente della repubblica e il papa, a breve a Trieste, potrebbero accendere un faro sulla "non gestione" del fenomeno migranti con la messa in luce di come viene trattata la dignità umana a poche centinaia di metri dalla piazza più bella d'Europa, preoccupa e toglie il sonno».

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IL RIMPALLO
«Così si inizia il solito rimpallo di responsabilità su chi non ha fatto ciò che si doveva fare e che avrebbe dovuto essere già fatto. È di palmare evidenza che la scelta dello "struzzo" in questo contesto pare non abbia pagato e che ora - come direbbero i romani - è il momento del "redde rationem". Purtroppo- conclude il sindacalista della polizia - il conto lo pagheremo ancora una volta tutti noi, tutta la società locale, in primis la Polizia chiamata a gestire l'ennesima rovente estate; lo pagheranno i cittadini, la sanità. Gli ingressi non si fermano con i proclami, con i muri, i rotoli di filo spinato. Tra poco arriverà qualcuno a ricordarcelo».

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