In Friuli Venezia Giulia è tornata l’acqua in abbondanza. All’orizzonte un’estate libera da emergenza siccità

Le piogge di aprile hanno portato i bacini al massimo livello. Posticipato l'avvio della stagione delle irrigazioni nei campi

Giovedì 25 Aprile 2024 di Marco Agrusti
In Friuli Venezia Giulia è tornata l’acqua in abbondanza. All’orizzonte un’estate libera da emergenza siccità

Se il riscaldamento climatico non si può misurare facendo solamente riferimento all’anomalia gelida di questi giorni, c’è almeno un altro dato che sta facendo tornare il Friuli Venezia Giulia “a casa”, cioè all’interno del perimetro della normalità. La regione è tornata ad essere una terra d’acqua. E a meno di clamorosi scossoni che dovrebbero peraltro verificarsi in un lasso temporale molto ristretto, l’estate che abbiamo alle porte sarà libera da un’emergenza che negli anni scorsi aveva messo in croce Comuni, cittadini e agricoltori: la siccità. Anzi, visto il livello dei bacini, è verosimile che la stagione delle irrigazioni risulti addirittura ritardata rispetto alla consuetudine.

E per le casse dei contadini è una manna dal cielo. 


IL QUADRO

Un mese di aprile particolarmente piovoso ha finito il lavoro iniziato in inverno e proseguito anche a marzo: la siccità di fatto in Friuli Venezia Giulia non esiste più. Potrebbe tornare, certo, ma almeno dall’autunno ad oggi si è tornati a dei numeri normali legati alle precipitazioni medie sul nostro territorio. «Anche se la buona notizia non è uniforme in tutta la regione», precisano però dai vertici del Consorzio di bonifica Cellina-Meduna. I livelli dei bacini, vere e proprie “banche dell’acqua”, sono quasi al massimo. Merito dei giorni di pioggia continuata che hanno caratterizzato questa ondata di freddo proveniente dal Nord Europa che non lascerà il Friuli Venezia Giulia almeno fino alla fine del mese. «Il meteo di questi giorni - ha spiegato Massimiliano Zanet del Consorzio di bonifica Cellina-Meduna - ha riallineato la stagione agronomica alla media del periodo. Qualche timore per le brinate e le basse temperature che però da sabato dovrebbero rientrare nei valori medi del periodo. Le portate del Cellina e del Meduna sono ancora sopra le medie del periodo». 


GLI EFFETTI

Secondo gli esperti, poi, un ruolo determinante sarà giocato anche dalle abbondanti nevicate che in alcuni casi in questi giorni hanno interessato anche località dall’altimetria non prettamente montana. Anche un metro di accumuli, invece, più in quota. Un manto che verosimilmente si scioglierà a breve, quando le temperature massime torneranno nella media del periodo primaverile. «E questo - spiega ancora Massimiliano Zanet - manterrà alto il livello dei fiumi ancora per un po’, perché avremo l’effetto dello scioglimento delle nevi in montagna. Sono fattori, questi, che posticiperanno la stagione delle irrigazioni e che avranno effetti a medio termine anche sulle falde». 


IL SOTTOSUOLO

Le falde, appunto. L’acqua che scorre al di sotto del livello del suolo non risponde in modo elastico alle precipitazioni. Tradotto, ci vuole più tempo per assistere all’innalzamento del livello di falda. Gli ultimi dati disponibili in questo caso sono quelli di marzo, quando le falde dei punti di rilevazione di Forcate e Arba - entrambi in provincia di Pordenone - erano rientrate nei livelli medi storici. La previsione, dopo le piogge di questo mese di aprile, porta ad un ulteriore innalzamento. Ed è l’ultima buona notizia in vista di un’estate che sarà presumibilmente libera dalla siccità. 

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