Treviso si candida a capitale della bicicletta: 150 chilometri di piste ciclabili, un progetto da 70 milioni di euro per collegare capoluogo e hinterland

Domenica 14 Aprile 2024 di Mauro Favaro
Piste ciclabili: l’iniziativa metteva a disposizione degli enti locali 50 milioni di euro di mutui a tasso zero per gli interventi

TREVISO C'è un piano da 70 milioni di euro per collegare la “Grande Treviso”, il capoluogo e i comuni della cintura urbana, realizzando 150 chilometri di piste ciclopedonali. C'è l’obiettivo di far ripartire la costruzione del velodromo di Spresiano, con annessa nuova strada di collegamento per farlo entrare in funzione tra il 2026 e il 2027. E, più in generale, c'è la grande passione che già oggi vede la Marca come la provincia più ciclistica d’Italia, ulteriormente consacrata l’anno scorso con il mondiale Gravel. Ci sono tutti questi elementi, e non solo, nel sogno di far diventare il trevigiano "Capitale mondiale della bicicletta".

CANDIDATURA FORTE

La candidatura è stata promossa dalla Federciclismo di Treviso, con il sostegno di tutte le istituzioni. Ora si attende settembre: l’Unione ciclistica internazionale assegnerà il titolo di “Uci Bike City Label” durante i mondiali in programma a Zurigo. In ballo c’è la possibilità di spendere un riconoscimento a livello planetario anche per far definitivamente decollare il cicloturismo, già in crescita. Il punto della situazione è stato fatto nel convegno andato in scena ieri al Sant’Artemio. Si parte dall’uso quotidiano della bici. «Abbiamo definito un nuovo e ambizioso progetto, nell’ambito della "Grande Treviso", per la realizzazione di una rete di 150 chilometri di piste ciclabili sia tra i comuni e il capoluogo che tra gli stessi comuni -spiega il sindaco Mario Conte- lo abbiamo presentato a livello europeo per poter ottenere dei finanziamenti. E siamo fiduciosi, dato che sposa appieno la filosofia europea e ci consentirebbe di ridurre traffico e inquinamento». Potrà essere uno dei tasselli della candidatura a Capitale mondiale della bici. «Ci siamo, la sentiamo nostra -specifica il primo cittadino- tutto quello che potremo fare, lo faremo». Sulla stessa linea Alberto Villanova. «Il titolo rappresenterebbe la ciliegina sulla torta per l’impresa visionaria della Federciclismo trevigiana -dice il capogruppo della Lega-Liga Veneta in consiglio regionale- il riconoscimento si innesterebbe perfettamente nel piano regionale sulla mobilità ciclistica, che mira a incentivare la conoscenza del territorio in maniera lenta. Cosa che ha una valenza sportiva, turistica ma anche una grande ricaduta economica per il territorio». Basti pensare alle grandi ciclovie come la Treviso-Ostiglia, la Greenway del Sile e la Venezia-Monaco. Si stima che solo quest’ultima potrà arrivare ad attrarre 500mila cicloturisti l’anno, per un indotto economico di oltre 60 milioni di euro. «La spesa media di un turista è di 56 euro al giorno. Quella di un cicloturista, invece, varia dai 95 euro degli italiani ai 108 euro degli stranieri -specifica Federico Caner, assessore regionale al turismo- ogni infrastruttura per le due ruote si traduce quindi nello sviluppo della mobilità e anche dell’attrattività turistica, che vuol dire ricchezza per il territorio».

LA PARTITA VELODROMO

L’altra grande sfida riguarda il velodromo di Spresiano. Dopo la lunga battuta d'arresto, ora si lavora per ripartire. Il quadro economico è di 35 milioni di euro. Compresa la quota messa dalla Regione e i 4 milioni del Comune di Spresiano. In cambio, il municipio potrà usare il velodromo da poco meno di 3mila posti quando non in uso alla federazione, avrà a disposizione una palestra di 400 metri quadrati e tra 70 anni, assumendo la titolarità del terreno, diventerà proprietario dell’impianto. Non solo. «Ho chiesto al ministro di inserire nel quadro economico anche una bretella collegata a via Liviana Scattolon (la circonvallazione di Villorba, ndr). È fondamentale avere una viabilità diretta» spiega il sindaco Marco Della Pietra. La nuova strada vale qualcosa come 1.3 milioni. «Il primo obiettivo ora è siglare l’accordo di programma -tira le fila Della Pietra- poi si potrà procedere con l’appalto integrato». I lavori dovrebbero durare 18 mesi dal momento della riapertura dei cantieri.

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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