SAN STINO DI LIVENZA (VENEZIA) - Walter Pitteri non è incapace di intendere e di volere né ha disturbi della personalità tali da aver causato una anche parziale incapacità. Per il dottor Corrado Barbagallo, incaricato dalla Corte d'Assise di Udine di eseguire una perizia psichiatrica ha semmai messo in evidenza una personalità con tratti narcisistici impulsivi.
Si è così conclusa l'istruttoria del processo che vede Pitteri imputato dell'omicidio della moglie Cinzia Luison, che il 6 dicembre 2022 fu colpita a bottigliate in testa con una violenza devastante.
La perizia era stata chiesta dal difensore di Pitteri, l'avvocato Ettore Santin, e a sostegno di questa tesi c'era il contegno tenuto dall'uomo in questi mesi, sempre glaciale, come se non si rendesse conto di quanto accaduto.
Quel 6 dicembre del 2022, tutto cominciò da un litigio in casa, attorno alle 14. Per i suoi problemi di ludopatia, all'uomo era stato assegnato un amministratore di sostegno che non accettava, accusando la moglie. E quel pomeriggio le si scagliò contro, la bottiglia in mano. Fu solo l'ultimo capitolo di vent'anni di vessazioni nei confronti della donna, ma anche delle due figlie, stando alla ricostruzione della Procura, che ha portato Pitteri sul banco degli imputati con le accuse di omicidio volontario e di maltrattamenti in famiglia.
Era stata la figlia minore della coppia a scoprire il corpo senza vita della madre, riversa sul pavimento del salotto in un lago di sangue. E sempre lei, dopo essere scappata di casa e aver trovato riparo da un vicino, aveva chiamato i carabinieri. Una telefonata che aveva seguito quella fatta dallo stesso Pitteri ai carabinieri subito dopo il femminicidio: «Ho ucciso mia moglie, venite a prendermi».
L'udienza per la discussione è fissata per mercoledì 22.
M.F.