MARGHERAA - Non si sentono responsabili della chiusura del panificio Novello.
Parole seguite da alcune contraddizioni: in un primo momento, quando, l'11 marzo scorso, la Procura ha disposto il sequestro cautelare dell'attività per superamento dei decibel, si parlava «di un panificio di prossimità, quasi una Rsa per anziani» salvo poi scoprire, dalle parole della proprietaria, «di forniture a dieci supermercati» e, quindi, «di un panificio industriale che sforna quintali di pane al giorno». Altra contraddizione riguarderebbe l'insonorizzazione attuata dalla proprietaria dopo l'avvio, alla fine del 2020, del procedimento amministrativo da parte del Comune. «Su quali studi tecnici si basano questi interventi, che come dimostrato non solo dalle rilevazioni di Arpav, ma dagli stessi tecnici di parte del panificio, non hanno prodotto alcun abbattimento sostanziale dei rumori. Ci si sarebbe aspettato, da parte della ditta, - si legge nella nota dei vicini - di richiedere l'intervento di un'azienda specializzata in insonorizzazioni, invece arriva la soluzione di spostare i vari macchinari da un locale all'altro, amplificando i rumori». Secondo i vicini, inoltre, la proprietaria avrebbe potuto tenere aperta l'attività dal momento che la Magistratura aveva acconsentito, da subito, alla riapertura della rivendita (non del forno) e poi la possibilità di panificare dalle 6 alle 13. «Per verificare tale possibilità, contattati sia dai tecnici Arpav e dai tecnici di parte, non ci siamo sottratti, quando ecco arrivare la retromarcia della proprietaria che non era più disposta a panificare solo di giorno. Appaiono evidenti, quindi, i tentativi di tutti, magistrato, Comune e vicini di trovare una via condivisa per permettere al Panificio Novello di riaprire».