Accusato dal "vigile sceriffo" di percosse durante l'arresto: assolto

Giovedì 29 Febbraio 2024 di Davide Tamiello
Polizia municipale (foto di archivio)

MIRA - La prossima udienza del processo al "vigile sceriffo" di Mira si terrà il 5 marzo. Nel frattempo, però, è arrivata una prima sentenza (di assoluzione) nei confronti della controparte. Si tratta di due procedimenti paralleli, tra querele e controquerele: da una parte Davide Compagno, 43enne di Fossò, che all'epoca dei fatti (23 novembre 2018) era un agente di polizia locale a Mira. Dall'altra Roberto Vianello, 28 anni, che ha denunciato il vigile per le «modalità aggressive, offensive e irrispettose» (come si legge nella contestazione del pm Christian Del Turco) con cui l'avrebbe interrogato dopo l'arresto. Nel processo per la denuncia presentata dal giovane, per l'appunto, le parti hanno trovato un accordo sul risarcimento che dovrebbe essere ratificato tra una settimana. Quello che finora non si sapeva, però, era che il vigile aveva a sua volta denunciato il ragazzo dopo l'arresto per percosse aggravate: l'accusa era di aver preso e strattonato per il bavero il pubblico ufficiale durante le fasi dell'arresto. L'agente si era costituito parte civile per chiedere il risarcimento dei danni. «L'istruttoria dibattimentale - spiega l'avvocato difensore di Vianello, Matteo d'Angelo - ha permesso di appurare che i fatti sono andati in maniera ben diversa da quanto da lui denunciato verso metà gennaio 2019: Vianello non si era opposto, tanto meno violentemente, ad alcun compimento di atti di ufficio».
All'udienza di ieri Compagno, assistita dall'avvocato Marco Zampini, ha deciso di rimettere la querela, di conseguenza, la costituzione di parte civile. Vianello però non ha accettato l'intento di ottenere una prima pronuncia nel merito. Il giudice di Pace di Dolo ha deciso per un'assoluzione con formula piena.

L'ALTRA CAUSA
L'altro procedimento ancora in piedi è quello all'agente Compagno, partito dalla querela del 28enne. Il vigile si è detto disponibile a risarcire il giovane quindi anche questo episodio dovrebbe vedere una remissione di querela. L'avvocato Neri Nardi, che rappresenta Vianello in questo frangente, ha annunciato che la vicenda potrebbe però proseguire di fronte al Tribunale civile nei confronti del Comune di Mira che, secondo le testimonianze raccolte dal legale, era a conoscenza dei metodi utilizzati da quell'agente e non si è attivato in alcun modo. La denuncia penale, presentata dal ragazzo, si è conclusa con una citazione a giudizio di Compagno, accusato di aver ripetutamente minacciato il giovane mentre veniva ascoltato a sommarie informazioni testimoniali nella sede dei vigili. In particolare il vigile viene accusato di aver detto al ragazzo che «se non avesse raccontato le cose come stanno, sarebbe uscito dall'ufficio di polizia "gambizzato" e avrebbe perso il posto di lavoro e la patente, attribuendo tale ultima conseguenza ad una potestà sua propria». La versione del ragazzo, oggi ventottenne, trova conferma in una registrazione audio dallo stesso fatta di nascosto durante l'interrogatorio subìto nella sede della polizia locale di Mira, grazie alla quale si possono ascoltare minacce e offese Al giovane, che non era indagato, né sospettato di spacciare, e non aveva neppure precedenti per altre vicende di natura penale, fu detto: «Tu non hai nessun diritto». E ancora: «Se urli ti faccio diventare piccolo così».
 

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci