Friulani nel mondo, separati in casa

Martedì 21 Aprile 2015
Friulani nel mondo, separati in casa
La fusione tra le due Fiere? Per ora non se ne parla. Un'unica Confindustria friulana, tra quelle che sono le zone più industrializzate della regione? No, grazie. Sembrava che lo scontro tra Udine e Pordenone avesse già raggiunto il massimo livello possibile e invece - sorpresa! - così non era. A dare l'ennesima stura allo scontro c'è il tema degli emigranti.
L'Ente Friuli nel Mondo, ma anche la Provincia di Udine, non hanno affatto gradito - per forma e contenuti - alcune affermazioni di Michele Bernardon, presidente dell'Efasce (Ente friulano assistenza sociale culturale emigranti), che ha sede a Pordenone. Che cosa ha detto o lasciato intendere il buon Bernardon? Che non esiste più lo stereotipo dell'emigrato friulano "pezzente" e che l'Ente Friuli nel mondo adotta una politica all'insegna di "brovade, polenta e musèt", ovvero di salvaguardia e diffusione di valori d'antan. Un'onta che verrà lavata subito con una conferenza stampa, indetta d'urgenza per domani, in cui il presidente (in regime di prorogatio da tre giorni) dell'Ente, Piero Pittaro e il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, daranno una risposta "alle offensive dichiarazioni nei confronti degli emigranti friulani e dell'Ente" rese da Bernardon, approfittando dell'occasione anche per chiarire la situazione relativa al rinnovo delle cariche di Friuli nel mondo.
Nell'ambiente vicino all'Ente si parla di affermazioni "pretestuose", sottolineando come i numeri siano tutti a favore di Friuli nel Mondo e si pone l'accento sul "classico antagonismo" tra Udine e Pordenone. Sceglie invece toni più concilianti, per ora, Piero Pittaro, presidente uscente dell'Ente Friuli nel mondo: «Quelle del presidente dell'Efasce sono offese gravissime, c'è modo e modo di dire le cose. E se lo sostengo io, che sono uno che dice pane al pane e vino al vino...». Pittaro, peraltro, sottolinea come, al di là dei campanilismi, il vero problema sia politico: «Adesso abbiamo quattro realtà che si occupano di emigranti: l'Ente Friuli nel mondo, l'Efasce, l'Eraple (Ente regionale Acli per i problemi degli emigranti) e l'Alef (Associazione lavoratori emigrati del Fvg). Sarebbe ora che la Regione si dotasse di una strategia forte, di avere un ente solo che si occupa di questo tema, con una politica univoca. Mi rendo conto che, ragionando in termini di voti, questa sia una scelta ardua. Ma per arrivare in alto bisogna guardare in alto, non la punta delle scarpe. Pensiamo a cosa è riuscito a fare il Trentino con il marchio Melinda: noi qui abbiamo una miniera nell'agroalimentare e non abbiamo ottenuto nulla».
Quanto al suo successore, Pittaro è esplicito: «Sarà il nuovo consiglio a decidere. Io ho 80 anni e credo sia giusto lasciare la guida dell'Ente, che, sia chiaro, apprezzo moltissimo. Tra le proposte che girano ci sono anche nomi di persone più anziane di me. Non credo sia la strada giusta...».
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