Migranti, stop all'Italia. Ma è stretta sulle Ong

Venerdì 19 Luglio 2019 di Cristiana Mangani
Migranti, stop all'Italia. Ma è stretta sulle Ong

Europa sempre più divisa sui migranti, ma soprattutto incapace di trovare una vera soluzione alle migliaia di persone che fuggono da guerre e da miseria. Il vertice informale dei ministri dell'Interno che si è tenuto a Helsinki non supera l'empasse di questi mesi. A parole si mostrano tutti d'accordo a mostrare maggiore solidarietà nell'affrontare la questione, ma nei fatti ognuno va per la sua strada. «Non possiamo continuare così in futuro affrontando la situazione caso per caso nel Mediterraneo - ammette il commissario uscente alle migrazioni Dimitri Avramopoulos - Serve una scelta condivisa». Ma al di là di questo, le posizioni dei rappresentanti dei 28 paesi membri della Ue restano lontane.

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Divisioni sono emerse già nella cena ufficiale di due sere fa quando l'asse Parigi-Berlino ha provato a mettere sul tavolo un documento che non è proprio piaciuto al fronte italo-maltese, e cioè che i migranti salvati nel Mediterraneo devono sbarcare nel porto sicuro più vicino. Quindi in Italia e a Malta. E che dopo lo sbarco e l'identificazione si procederebbe a una redistribuzione, ma solo di coloro che hanno diritto all'asilo, mentre tutti gli altri resterebbero nei centri in attesa di essere rimpatriati. Una proposta che Matteo Salvini ha respinto al mittente giudicandola «inammissibile». Il perché è chiaro: il rischio - spiegano dal Viminale, è che in questo modo Italia e Malta debbano non soltanto sobbarcarsi il peso degli arrivi ma anche la gestione di tutti gli altri migranti ai quali verrà respinta la domanda d'asilo.

HOTSPOT E RIMPATRI
La controproposta italo-maltese punta invece su hotspot in tutti i paesi, redistribuzione obbligatoria dei migranti, rimpatri gestiti a livello europeo o ripartiti tra i 28, più espulsioni attraverso la creazione di una lista di paesi sicuri (tipo Tunisia o Albania), in modo che chi proviene da lì possa essere rimpatriato automaticamente, un'ulteriore stretta sulle Ong. «Le priorità sono le espulsioni e la protezione delle frontiere esterne», ha ribadito il vicepremier, che proprio su quest'aspetto ha concordato con Slovenia e Croazia di dare vita a una cooperazione che consenta un maggior controllo della rotta balcanica.
Il documento italiano è stato recepito in quello finale, dove si chiede una «complessiva revisione» delle politiche migratorie, a partire proprio dalle regole sul salvataggio in mare. «Fatta salva la necessità di proteggere la vita umana e fornire assistenza a qualsiasi persona in difficoltà». Posizioni inconciliabili, almeno per il momento, ha sottolineato Christophe Castaner, ammettendo che «l'accordo non c'è». Per tentare di superare il blocco, i tecnici di Italia, Germania, Francia e Malta si vedranno nelle prossime settimane, in vista di un mini vertice a quattro convocato a settembre a La Valletta.

Tutto questo mentre Ursula von der Leyen, neo commissario europeo concorda con Roma almeno su un punto: «Ciò che l'Italia vuole è una riforma del sistema disfunzionale di Dublino - afferma - E devo ammettere che mi chiedo come possa essere stato firmato un accordo così sbagliato. Posso comprendere che i paesi del confine esterno non vogliano essere lasciati soli nella gestione della sfida migratoria. Meritano la nostra solidarietà».

IL NODO VOLONTARI
Sul tavolo delle discussioni c'è poi il nodo delle Ong, che Salvini ha chiarito non possono sostituirsi agli Stati.
E su questo punto, mentre a Helsinki si dibatte su come limitarne gli interventi in mare, davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera viene dato il via libera agli emendamenti al Decreto sicurezza bis in una votazione che ha scatenato mille polemiche. Approvato l'emendamento che prevede l'arresto obbligatorio per il comandante di una nave, nel caso di resistenza o violenza a una nave da guerra. Così come le multe per chi trasgredisce sul diritto di ingresso: sono state elevate fino a 1 milione di euro. Mentre i 5s hanno avuto l'ok all'emendamento in base al quale le navi sequestrate in via cautelare potranno subito passare sotto il controllo della polizia, della Capitaneria di porto o della Marina militare.

Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA