Bell'Italia nascosta e vicina: quattro località del centrosud tutte da scoprire

Giovedì 23 Maggio 2013 di Carlos Solito
Bell'Italia nascosta e vicina: quattro località del centrosud tutte da scoprire
Diciamocelo, il Bel Paese bello sempre, ma in questo periodo dalle Alpi all’Appennino, dall’entroterra alle coste, natura, paesaggi, arte e storia sfilano nella loro veste migliore. Quasi non si crede che i nostri 324mila chilometri quadrati possano essere così variegati. Un condensato di sorprese e unicità che invitano a un viaggio in cui vale l’istinto della curiosità. Scopriamo quattro mete che ci sono ma che non si vedono, quattro percorsi inediti nel Centrosud, a due passi da casa con andamento slow.

Prima di arrivare sul promontorio, che sta nel bel mezzo dell’Adriatico italiano, senti i suoi profumi.



CONERO


Il Conero, il nome deriva dal greco kòmaros (corbezzolo), è un monte atipico: basso ma alto in un posto dove tutto è piatto come il mare dirimpetto. Noto anche come il monte di Ancona, il capoluogo marchigiano si adagia alle falde settentrionali (bello vedere il promontorio dalla spiaggia del Rione Passetto), il Conero è un cupolone verde, verdissimo, zeppo di lecci, roverelle, euforbie, ginestre e macchia mediterranea che, insieme a una fauna altrettanto interessante, è protetto dal 1987 da un Parco Naturale Regionale. Partendo dai borghi di Sirolo e Numana si possono seguire gli “stradelli”, sentieri panoramici che affacciano e costeggiano falesie candide fittamente stratificate. Da non perdere la baia di Portonovo con l’abbazia romanica di Santa Maria, i bianchissimi scogli delle Due Sorelle, le spiagge di ghiaia di Mezzavalle, La Vela, dei Sassi Neri, Urbani, di San Michele. Info: www.parcodelconero.com



S. STEFANO DI SESSANIO


Piccolo piccolo ma un vero e proprio gioiello, il borgo antico (in provincia dell’Aquila), colpito dal terremoto del 2009, da qualche anno è ritornato a “vivere” grazie a Daniel Kihlgren, un imprenditore di origini svedesi che ha restaurato gran parte dell’intero paese per farne un albergo diffuso con botteghe delle tradizioni e locande. Fiore all’occhiello del vasto investimento è il Palazzo delle Logge: un vero balzo nel passato tra pareti annerite dalla fuliggine, patchwork di lana, arredi tradizionali, pavimenti in legno, camini i pietra. E una gastronomia firmata dalle anziane signore del paese. Info: tel. 0862.899122, www.sextantio.it



ABBAZIA DI S. VINCENZO


Tra i monumenti religiosi più insigni del Molise e fiore all’occhiello della valle del Volturno è l’abbazia di San Vincenzo al Volturno, nota tra gli archeologi come la Pompei monastica. Fu fondata nell’VIII secolo dai benedettini e in poco tempo divenne importantissima in tutta Europa fino a quando fu brutalmente saccheggiata – morirono circa cinquecento frati - dai saraceni nell’881. Si visitano le antiche pavimentazioni, mura e soprattutto la cripta dell’abate Epifanio, una delle più antiche testimonianze della pittura italiana prima del Mille. A croce latina è completamente ricoperta da affreschi bizantini.



CAMPI FLEGREI


Le alitate di zolfo annunciano la terra nata dal fuoco. Eccoli i Campi Flegrei che lasciarono senza parole i primi coloni greci i quali credettero di essere approdati nei luoghi della mitica battaglia tra gli dèi e i Giganti che vollero scalare l’Olimpo. Coste tormentate da baie, crateri, laghi, promontori. Da non perdere Bacoli con l’immensa cisterna romana della Piscina Mirabilis, l’antica Cuma, i laghi di Averno e Fusaro con il Casino di caccia del re Ferdinando IV di Borbone costruito nel 1782 da Carlo Vanvitelli su un isolotto, collegato alla riva orientale del lago con un ponte in legno. Oltre la folla delle rovine archeologiche di Baia, dominate dall’ardito castello aragonese a picco su una falesia, è il promontorio di Capo Miseno a ricordare ancora una volta il mito. Qui secondo Virgilio annegò e fu sepolto Miseno, l’araldo di Enea.
Ultimo aggiornamento: 17:45

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