La Grande Moschea di Roma, la più grande in Italia e punto di riferimento dell'Islam nazionale, ha comunicato a musulmani che a causa dell'epidemia in corso sono cambiate le modalità dei funerali. Soprattutto in questa fase delicatissima non solo sono proibiti i riti pubblici, ma è sospeso anche l'espatrio delle salme, come era invece è sempre stato previsto dopo il rituale.
«Considerate le difficoltà e le limitazioni di spostamento dall'Italia e l'accesso ad altre aree geografiche, che è nei fatti al momento impossibile, l'unica opzione di sepoltura al momento possibile è quella in Italia nelle aree cimiteriali riservate ai fedeli di religione islamica. Si prega pertanto di rinunciare all'opzione del rimpatrio immediato della salma nel paese di origine del defunto» scrive il direttore Abdellah Redouane.
Non solo. Viste le difficoltà al lavaggio delle salme, secondo il rituale, per via di pericolo di contagio, i dirigenti della Grande Moschea di Roma chiedono di limitarsi a «versare l'acqua sulle salme senza procedere al lavaggio mentre è lecito procedere al tayammum, ovvero una forma di abluzione intenzionale mediante l'utilizzo di sabbia o di una pietra. Se le circostanze non permettono nemmeno questo si proceda direttamente a mettere il sudario sul defunto».
Considerato il momento viene anche chiesta la massima collaborazione alle autorità sanitarie in materia di polizia cimiteriale.
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