Enzo Salvi: «La valigia? Me la fa mia moglie. Io sono cintura nera di zonzo»

Venerdì 23 Agosto 2013 di Mara Azzarelli
Enzo Salvi: «La valigia? Me la fa mia moglie. Io sono cintura nera di zonzo»

Da giardiniere ad attore. Di strada Enzo Salvi ne ha fatta. Praticamente: un viaggio. Un percorso partito da Ostia e approdato nelle sale cinematografiche con molti dei film campioni d’incassi degli ultimi anni.

Spronato dagli amici a fare di quella sua vena comica un mestiere inizia ad esibirsi nei locali della capitale, ed è subito risata.

A portarlo in teatro è una commedia "Il Miles Gloriosus" di Plauto. E’ ancora presto però per esplodere. Nel 1991 con Mariano D'Angelo fonda i “Mammamia che Impressione”. E con il tormentone “Mammamia comme sto! “ del Seven Show che Enzo Salvi, a questo punto per tutti Er Cipolla, entra dritto dritto nelle case e nel cuore degli italiani.

La popolarità raggiunge l’apice al cinema. Sul grande schermo interpreta da protagonista Vacanze di Natale 2000. Poi tocca a Bodyguards, Merry Christmas, Natale sul Nilo, Natale in India, Le barzellette e Il ritorno del Monnezza. Lavora per decine e decine di altri film, mai con ruoli che passano inosservati. Fosse anche una piccola parte, quando le telecamere inquadrano Enzo Salvi in sala si ride e scatta l’imitazione che va avanti per mesi. Della sua vita privata si parla poco. E’ felicemente sposato e ha due figli. Non ha mai lasciato Ostia dove è nato e dove ha buona parte dei suoi affetti più cari. Malgrado il successo Enzo Salvi ha sempre riconosciuto al litorale romano un ruolo speciale nel cuore e nella vita.

In questa intervista al Messaggero.it parla, come accade di rado, senza rinunciare all’immancabile battuta, del suo privato. A partire dai viaggi, non quello più importante della crescita professionale, ma di quelli fatti quasi sempre con sua moglie: dolce compagna di vita che a distanza di anni non dimentica mai di preparargli la valigia fosse anche quella per un fine settimana di riprese. Accortezze e complicità rare come quell’attaccamento alle radici e all’amicizia che fanno del Cipolla uno dei personaggi più amati della capitale.

L'ultimo viaggio che hai fatto?

«Isole pedonali tra Roma e Ostia».

Il viaggio che porterai sempre nel cuore? E perché…

«Il mio viaggio di nozze a Tenerife. Sono un appassionato di pappagalli e li c'è il Loro Parque. Una delle collezioni di pappagalli più grandi e belle del mondo. Ringrazio ancora mia moglie che ha accettato di andarci!!!».

Quello che non rifaresti mai? E perché….

«Con mia moglie in camper. Eravamo insieme ad un’altra coppia. La convivenza in pochi metri quadri è stata disastrosa. Quando siamo tornati a Roma ho avuto la sensazione di essermi svegliato da un incubo».

L’albergo o il luogo più bello dove hai dormito in vacanza?

«Sicuramente al Oberoi Hotel, in India durante le riprese di Natale in India. Avevo la piscina (si, proprio la piscina) sul terrazzo. Un hotel da film, è proprio il caso di dire».

Quando e come fai la valigia?

«Se me occupa la mia signora. Della sua come della mia, da quando ci conosciamo. Forse non sarei nemmeno in grado di farla una valigia da solo. Lei pensa a tutto: vestiti, accessori, scarpe. In effetti mi vizia po’ e anche per questo la amo».

Cosa porti sempre con te quando parti?

«Le medicine per ogni cosa. Sono ipocondriaco. Controllo sempre se vicino all’albergo dove vado c’è una farmacia. Per me conta più quello della distanza dalla stazione dei bus. La salute sempre sotto controllo è una mania. E poi ci sono gli imprevisti da considerare: una febbre improvvisa, un cibo pesante, punture d’insetti, stitichezza, tosse e chi più ne ha più ne metta. Sono uno di quelli che quando ha un sintomo strano va su internet e trova tutte le possibili patologie. Per poi stare angosciato fino a quando il medico non mi dice: “E’ solo influenza”»

Meglio soli o in compagnia?

«Penso che con la compagnia giusta si possa stare bene anche nel deserto».

Libri o e-book?

«Ormai solo e-book. Pratici, occupano poco spazio e leggi quello che vuoi, quando e dove vuoi».

Cellulare acceso o spento?

«Spesso lo spengo. Ma poi lo riaccendo subito. Non riesco proprio ad isolarmi dal mondo. Quando provo a farlo mi tormenta l’idea che qualcuno possa cercarmi o aver bisogno. Insomma capita spesso che mi ritrovi a fare assistenza a distanza ad amici e persone care. Non è sempre positivo specie nei periodi in cui avrei bisogno di riposarmi e di pensare a me stesso».

In una città: guida alla mano e itinerario ferreo o a zonzo senza meta precisa?

«Sono cintura nera di zonzo».

Il piatto che più ti è piaciuto?

«Io mangio di tutto. Ogni luogo ha le sue specialità e a me piace assaggiarle. Sperimentare, scoprire, apprezzare o criticare: è anche quello il bello dei viaggi no?».

Eppure tutte le volte c’è qualcosa che dimentichi sempre di mettere in valigia….cosa?

«Il carica-batteria del cellulare. E’ pazzesco. Di fatto è l’unica cosa che spetta a me mettere in valigia perché al resto pensa mia moglie. E comunque è l’unica cosa che lascio regolarmente a casa e che sono costretto a ricomprare una volta arrivato in aeroporto».

Fai molte foto quando sei in vacanza?

«Si, specialmente i miei figli».

Ti capita mai di riguardarle?

«Un tempo, quando erano su carta, molto di più. Adesso francamente le cerco nella memoria del computer solo per condividerle su Facebook».

Il prossimo viaggio?

«Mi piacerebbe fare una crociera, prima di mettermi a dieta. Ho già trovato la compagnia: Costa Panza».

Il viaggio che “prima o poi ci vado, giuro…” ?

«Voglio portare i miei figli negli Stati Uniti. E’ un’esperienza che vogliamo condividere insieme, e che faremo presto».

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 23:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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