Olive e dintorni: un viaggio con gusto per le Marche

Lunedì 24 Febbraio 2014 di Anna Franco
Uno dei cibi più conosciuti delle Marche, le olive all'ascolana
Le abbiamo assaggiate qui e l un po' tutti, tra aperitivi, antipasti in pizzeria, finger food, cibo da strada, fino a spingerci a soddisfare la (in)sana voglia acquistando il prodotto surgelato nel supermercato sotto casa. Parliamo delle famose olive all'ascolana, microcosmo fritto a base di carne e olive succose, preparate un po' ovunque, ma non sempre totalmente soddisfacenti per le papille gustative. Per assaggiarne di qualità doc, ovviamente, la cosa migliore è andare all'origine, ovvero nelle Marche.



Il consiglio è provare e testare, ma se si vuole stare sul sicuro ecco un paio di indirizzi dove la specialità gastronomica è celebrata in modo eccelso. Entrambi sono ad Ascoli Piceno: all'Osteria Nonna Nina in piazza Viola 11 consigliatissimo ordinare il fritto misto accompagnato dalla birra artigianale Duchessa, mentre da Cherry One, a via E. Mari 24, oltre alla specialità suddetta, si possono trovare piatti stagionali, come ravioli di castagne o gli spaghetti di magro. I prezzi di entrambi i locali, peraltro, sono assolutamente abbordabili.



Lasciando da parte un piatto fin troppo noto, c'è da dire che le Marche sono una regione poco conosciuta, anche per la propria cucina. Eppure Gioacchino Rossini, ad esempio, si faceva sempre tentare dai piatti della sua terra e divideva più o meno equamente il tempo tra spartiti e fornelli, tanto da essere un bravo gastronomo e da aver composto non solo arie operistiche, ma anche portate assai complesse come la faraona in piramide, i rigatoni in manicaretto e i tournedos alla Rossini.



Per rimanere in tema di olive, c'è da sottolineare che questi luoghi sono particolarmente accoglienti per la nascita e la coltivazione di piante d'ulivo, quindi via libera non solo ai fritti (che alla lunga ingrassano e non sono esattamente un toccasana per la salute). Da provare in loco gli spaghetti tonno e olive, ma anche gli sgombri in salamoia, le olive al forno e quelle strinate (naturalmente, da non citare col dietologo). Sulla strada di casa, qualche souvenir è d'obbligo, come un barattolo di olive in salamoia oppure l'olio extravergine dop Cartoceto, prodotto solo con frutti che sostano poche ore nei frantoi e senza l'uso di alcun prodotto chimico. Per sapere, prima dell'acquisto, se corrisponde al proprio gusto personale basta assaggiare nei frantoi di Cartoceto.



Parlando sempre di liquidi, il vino non è da meno. Anche qui, spesso, può dirsi che le Marche siano una regione timida, che non sbandiera i suoi primati, anche in fatto di gola. Però chi conosce le sue primizie difficilmente se ne distacca. Bottiglie da portare a casa sono il Bianchello del Metauro, che, secondo la tradizione, dovrebbe il suo nome al fatto di essere causa della sconfitta di Asdrubale contro i romani nella battaglia di Metauro, il Colli Pesaresi e il Pergola. Produttori di vino molto validi sono: Ciu Ciu, Aurora, Fiorano, De Angelis, San Savino, Velenosi. Per chi all'alcol non riesce a rinunciare nemmeno al bar suggeriamo la Moretta Fanese. Si tratta, in pratica, di un mix tra caffè corretto e cocktail: tra gli ingredienti, oltre alla famosa miscela arabica e alla sua schiuma, compaiono anche cognac, anice e rum.



Con il vino si accompagnano assai bene i formaggi. I più rinomati sono la Casciotta di Urbino dop e il Pecorino di Fossa. La prima è un formaggio fresco prodotto con latte ovino, per la maggioranza, e con latte vaccino. Si dice che lo stesso Michelangelo apprezzasse molto questo prodotto. Decisamente più stagionato è il secondo, prodotto con latte di pecora pastorizzato, latte di capra ed eventualmente vaccino. I contadini della regione usavano nasconderlo sotto terra, a quattro o cinque metri di profondità, in cavità tufacee, per salvarlo dalle scorrerie dei banditi. Per scoprire questo mondo sotterraneo ricco di mistero e di sapore è possibile prenotare una visita nelle tipiche fosse, ovviamente abbinata a una degustazione.



Infine, non si può dimenticare il tartufo. Ha la residenza, da queste parti, ad Acqualagna, nella provincia di Pesaro. da ottobre a dicembre c'è il tartufo bianco pregiato, da gennaio a marzo il tartufo nero pregiato, da aprile a giugno è periodo del tartufo nero estivo (detto scorzone) e da luglio a settembre del tartufo bianchetto (o marzuolo). L'arte dei tartufai è tutta da scoprire ed è possibile partecipare ad una passeggiata alla ricerca del tartufo con un esperto autorizzato nei suggestivi boschi dell'entroterra con degustazione finale.



Per info, prenotazioni e dettagli consigliato contattare l'Ente del turismo di Pesaro e Urbino: www.turismo.pesarourbino.it. Mail: info@turismo.pesarourbino.it



Dove dormire



L'Agriturismo Fiorano è una casa colonica dell'Ottocento ristrutturata e immersa nel verde, con deposito di biciclette. .La struttura si trova all'interno di una azienda agricola rinomata per gli oli e il vino prodotti. Il prezzo della doppia, colazione inclusa, parte da 70 euro.



Contrada Fiorano 18, Cossignano,AP, www.agrifiorano.it
Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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