Ibiza, la prima estate senza grandi discoteche: scommette su natura e relax, sarà un'isola di pace

Sabato 11 Luglio 2020 di Maria Lombardi
Ibiza senza disco scommette su natura e relax: sarà un'isola di pace

Dimenticate l'Ibiza chiassosa e sregolata, senza orari e limiti. Quella del 2020 sarà un'estate slow e silenziosa anche nell'isola delle feste e degli eccessi. L'emergenza Covid impone nuovi ritmi e nuovi stili di vita, niente assembramenti, stop alle notti folli nei club dove ci si ammassava a migliaia tra drink e dj set.

Sarà dura, l'industria del divertimento andrà in crisi, si rischia di perdere tanti soldi e posti di lavoro. Ma è anche l'occasione per scoprire un'altra Ibiza, quella che le luci dei locali aveva offuscato: l'isola lenta e nascosta delle stradine e delle calette, dei mercatini, delle passeggiate al faro e lungo i sentieri, anche dei ritiri spirituali. Un'Ibiza oasi di pace - e chi l'avrebbe immaginato - che scommette sulla natura, sull'ecoturismo e sul relax per riscattare un'estate che non si preannuncia facile.  

LE NUOVE REGOLE
In Spagna, dall'8 giugno, hanno riaperto club e discoteche. Ma le regole imposte sono molto severe. Ingresso ridotti e un terzo della capienza: l’obbligo di mantenere il distanziamento sociale, di indossare le mascherine e il divieto di ballare. Restano chiusi locali notturni e discoteche che possono ospitare più di 300 persone. Secondo un'ordinanza comunale i ristoranti chiudono alle 2, mentre i bar e le caffetterie alle 22. Le feste popolari dovranno rispettare alcuni limiti: non più di mille persone all’aperto e massimo 300 al chiuso. Sensori controllano l’ingresso delle persone in spiaggia, per evitare assembramenti. Qualche club riaprirà da metà agosto ma con un numero ridotto di persone, alcune discoteche hanno confermato le loro opening, anche se il tutto sarà organizzato in maniera differente. Gli ospiti sono invitati a prenotare un tavolo. Condizioni che mettono in ginocchio l'industria del divertimento, avverte l’associazione Nightlife Spain. «Il Covid-19 potrebbe affondare molte aziende nel settore del divertimento», ha detto in un’intervista a El Pais José Luis Benitez, portavoce dell’Ibiza Leisure Association che rappresenta 38 tra i principali hotel, ristoranti, discoteche e stabilimenti balneari dell’isola. Un'industria che contribuisce al 35% del Pil dell’isola, circa 770 milioni di euro all’anno. La crisi potrebbe costare oltre 4 mila posti di lavoro, il numero dei turisti sarà nettamente in calo.

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L'ISOLA DI PACE
Ibiza che non balla e non fa baccano. Che si va a fare? Un'estate senza feste organizzate dai Grandi Club, forse apriranno solo i beach-club. Ma Ibiza, sanno bene gli appassionati dell'isola, è anche molto altro. Non solo movida e opening. Immaginate una vacanza all'insegna della natura e del relax, tra retreat spirituali, di meditazione, yoga e mindfulness, le passeggiate lungo le oltre 80 spiagge o per i mercatini hippie (Las Dalias, Punta Arabì e Sant Jordi), le escursioni culturali e gastronomiche. L'isola offre 210 chilometri di costa con baie che sono gioielli, come  Cala d’en Serra, spiaggia a nord dell’isola, Cala Salada, Cala Bassa, Cala Benirras, la più selvaggia. E poi ci sono i sentieri per gli appassionati di trekking, che attraversano i suoi cinque comuni e si affacciano sul mare. Le visite alla scoperta del patrimonio artistico, a cominciare dalle necropoli di Puig des Molins, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, fino alla Chiesa dell’Hospitalet, la Cattedrale di Ibiza e il vicino Castello con le sue sette torri. Ibiza versione slow rche ha un suo fascino. Non a caso sono in aumento le ville in affitto, prenotate da chi cerca un'estate da trascorrere lontano dal frastuono e stranamente quest'anno sceglie Ibiza. Famiglie che mai avrebbero messo piede qui. L'isola spagnola affronta la stagione turistica più difficile convertendosi a uno stile lento e nature, puntanto su un target di ospiti prima completamente ignorato. Una scommessa, certo, ma nell'estate del Covid non si poteva fare altro che cambiare musica. 

 

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