Aprire un intero sito archeologico per un solo visitatore che sognava, più di ogni altra cosa, di vederlo. Questa storia è una delle conseguenze del lockdown che ha colpito il Perù.
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Si trovava ad Aguas Calientes lo scorso 14 marzo, pronto per la visita a Machu Picchu che era stata fissata per il 16. Il blocco dei confini lo ha portato a prendere una casa in affitto e a fare lì in Perù quello che faceva in Giappone: l'insegnante di boxe. Ha preferito questo a un rimpatrio previsto dal governo giapponese perché i voli (a spese dei privati) erano troppo costosi.
Con la riapertura dei confini per Jesse è stata la volta del suo ritorno a casa, ad Osaka. Senza però fare la visita in quel sito che da mesi sognava di vedere. Una compagnia turistica ha raccontato questa storia al sindaco e al Ministero della Cultura peruviano, che hanno fatto in modo di far riaprire le porte del sito Inca patrimonio mondiale dell'umanità. Lo stesso ministro Alejandro Neyra, si legge sul New York Times, ha tenuto a precisare che questo suo ingresso è stato un riconoscimento per la sua pazienza.
"Pensavo di non poterci più andare, ma tante persone hanno chiesto aiuto al sindaco del villaggio e al governo: mi è stato dato un permesso per una visita super speciale. I peruviani sono davvero gentili", scrive Jesse su Instagram.