Un sabato come tanti in città: centro affollato come pure corsi e piazze, compresa via Mazzini la strada che conduce alla stazione ferroviaria.
LE INDAGINI
Non si sa cosa possa aver scatenato l’ira dei due ragazzi e sul motivo di tanta rabbia, se ne esiste poi uno, sono gli agenti della Squadra Volante a indagare, a dover cercare di dipanare la matassa per capire cosa ha portato al pestaggio. La richiesta di aiuto è arrivata in Questura alle 17.45 di sabato: era stata segnalata una lite tra due ragazzi, nulla più. Quando i poliziotti sono arrivati vicino alla stazione ferroviaria, hanno ascoltato la testimonianza del diciassettenne e, viste le sue condizioni, è stato richiesto anche l’intervento di un’ambulanza. Il minorenne - è nato nel 2005 - ha detto di non conoscere il motivo di tanta violenza. E la lettera della mamma sembra confermare la versione del ragazzo. «Sabato pomeriggio a Pordenone tra il cinema Capitol e la stazione mio figlio era con la fidanzata ed è stato aggredito da due ragazzi. È già stata fatta denuncia». E fin qui il racconto del fatto. Poi la mamma si pone delle domande che sono quelle che si faranno in tanti: «Mi chiedo come possa succedere che alle 17.30 con tutta la gente che c’era, nessuno sia intervenuto. E, mi creda, c’era davvero tantissima gente». Come non credere a queste parole. «Mio figlio ha riportato trauma cranico e la frattura della mascella». Una prognosi importante che significa tanta violenza.
L’APPELLO
La donna lancia quindi un appello: «Visto che la zona è così cambiata negli ultimi anni, non si potrebbe farla pattugliare e se polizia e carabinieri non possono essere presenti perchè non chiedono all’esercito di dare un supporto? Il Comune non può prendere provvedimenti per far sì che la gente possa uscire, tranquillamente, per fare una passeggiata». Il comandante della polizia municipale Maurizio Zorzetto ha assicurato che sarà aumentata la vigilanza dalle 17 nelle zone della città considerate più a rischio. L’amministrazione comunale ha chiesto al ministero un finanziamento per poter incrementare il sistema di videosorveglianza. Telecamere che possano fotografare in tempo reale quanto accade, permettendo così alle forze dell’ordine interventi rapidi in caso di necessità.
L’INDIFFERENZA
Di questa vicenda, però, quello che colpisce di più è la cecità volontaria di quanti hanno assistito all’aggressione. Assistere alla scena di due ragazzini che picchiano un coetaneo per quanto scioccante sia dovrebbe far scattare subito la reazione, la necessità di proteggere quello che appare evidentemente il più debole. Ma così non è stato: forse per paura, probabilmente perchè è meglio non impicciarsi. Una filosofia di vita che è difficile condividere.