È il Vinitaly dei record: «Brindiamo alla pace»

Lunedì 15 Aprile 2024, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 13:46


I NUMERI


È un salone anomalo quello che fino a mercoledì riempirà i saloni della Fiera scaligera. Numeri impressionanti nella partecipazione: 4mila cantine, più di 30mila operatori internazionali tra cui 1.200 top buyer da 68 nazioni. E pubblico pagante: 120 euro il biglietto giornaliero. Quattro giorni di business, con la preoccupazione di riflessi della situazione geopolitica tutt'altro che positivi sul comparto economico, tanto che i produttori continuano a cercare nuovi mercati. Nel giorno dell'inaugurazione c'è il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il cui saluto parte dai fatti di cronaca: «È stata una notte difficile, rivolgo un appello alla responsabilità a tutte le istituzioni nazionali e internazionali. Penso sia dovere di tutti noi donare ai nostri figli e alle future generazioni un mondo di pace». C'è il vicepremier e titolare degli Esteri, Antonio Tajani, che un po' tranquillizza («I 1.100 militari italiani al confine tra Israele e Libano sono tutti in sicurezza»), ma rimane realista («Siamo preoccupati, ma anche attivi, abbiamo la responsabilità di guidare il G7 proprio per questo»). Ci sono i ministri del Made in Italy Adolfo Urso, della Cultura Gennaro Sangiuliano e ovviamente dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, nel pomeriggio arriva anche il titolare della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, mentre oggi sono attesi Giuseppe Valditara e Daniela Santanché. C'è il governatore del Veneto Luca Zaia che a questo Vinitaly presenta il nuovo padiglione della Regione e mentre ricorda i numeri («Il Veneto rappresenta la prima regione in Italia per produzione di vino, con 11 milioni di ettolitri su un dato nazionale di circa 56 milioni, ma soprattutto copre il 36% dell'export nazionale»), regala una bandiera a Tajani e stappa così la bottiglia di prosecco: «Un brindisi alla pace». Con il ministro degli Esteri che apprezza: «Giusto, serve che ci impegniamo tutti».

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